Aosta, rigettata la mozione della minoranza per il ritiro delle deleghe a Paron

 

AOSTA. Il consiglio comunale di Aosta ha bocciato a maggioranza (18 "no" e 9 voti favorevoli) la mozione per il ritiro delle deleghe all'assessore Andrea Paron, rinviato a giudizio per turbativa d'asta e tentata turbativa d'asta riferite all'assegnazione del contestato bando anziani alla cooperativa aostana Leone Rosso.

«Queste situazioni non sono mai piacevoli e ad oggi il Comune non è a conoscenza di nulla in più rispetto a quanto uscito sui giornali», ha detto il sindaco Fulvio Centoz intervenendo nel dibattito. «Credo che in questo momento la discussione sia non tanto sull'operato del singolo, ma su un principio che deve valere per tutti e che, alla luce di quello che attualmente abbiamo a disposizione, non può che essere estremamente garantista», ha aggiunto chiedendo di rigettare la mozione.

Nel presentare l'iniziativa, Etienne Andrione (gruppo misto di minoranza) ha affermato che «Andrea Paron è innocente finché una sentenza passata in giudicata dichiara il contrario» ma che «l'assessore Paron deve avere le deleghe ritirate. O le rimette lui o il sindaco le deve reclamare». La turbativa d'asta «è un reato gravissimo che inquina il Comune» e le indagini riguardano il bando anziani che «è stato uno degli episodi più controversi di tutta la consiliatura».

Sulla stessa linea Nicoletta Spelgatti (Lega) che ha dato ragione a Centoz sul principio garantista salvo in seguito affermare che «la questione del bando anziano ha tenuto banco per tanto tempo. Dietro a questo bando ci sono delle enormi ombre e quindi questa vicenda ha delle connotazioni che fanno sì che ciò il principio di garantismo non valga alla stessa maniera». Secondo Spelgatti «non può rimanere il dubbio nella testa dei cittadini che gli affari del Comune vengano trattati in questa maniera».

Ancora Andrione ha anticipato l'intenzione di chiedere approfondimenti sul caso. «Se questa maggioranza, che è alla canna del gas, dovesse conoscere un destino avverso dal pinto di vista giuridico lei ne risponderà pienamente» ha affermato rivolgendosi al sindaco Centoz. «Chiederemo di mettere in piedi una commissione d'inchiesta per sapere se questa eventuale turbativa d'asta si sia consumata con complicità interne».

«Dobbiamo permettere ad Andrea Paron di difendersi non da assessore», ha dichiarato Luca Lotto (M5s). «Il suo richiamo al garantismo è d'ufficio - ha aggiunto rivolgendosi a Centoz -: lei deve prima di tutto giustificare se stesso per aver permesso all'assessore Paron di continuare a farlo nonostante ci fosse un'indagine in corso», ha sostenuto Luca Lotto (M5s). «Mi chiedo se lei abbia convocato l'assessore Paron chiedendogli di relazionare su quanto accaduto e se l'assessore lo abbia fatto. In caso contrario potremmo parlare di sottovalutazione dell'essere il sindaco di una città capoluogo di regione e di avere tra le proprie file in giunta un assessore rinviato a giudizio». Lotto ha invitato quindi direttamente Paron a fare un passo indietro per «fugare ogni dubbio sulla sua condotta morale e penale».

Nel suo secondo intervento Centoz ha precisato di aver ricevuto il 7 novembre scorso «un comunicazione via email dell'assessore Paron in cui mi avvisava di aver ricevuto un avviso di conclusione indagine. Ne abbiamo prima parlato a voce e poi l'assessore ha ribadito la sua estraneità ai fatti. Da allora ad oggi non è cambiato nulla e in questo momento - ha ripetuto - non ci sono elementi per il ritiro delle deleghe».

A difesa di Paron anche il consigliere del PD Pietro Verducci: «Nessuno per il momento ha elementi per giudicare. Questa persona è innocente fino a prova contraria, ha sempre lavorato bene quindi non bisogna chiedere le dimissioni».


Elena Giovinazzo

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