L'intervento della Questura di Aosta in merito allo stalking

L'intervento della Questura di Aosta in merito allo stalking

 

“Parlare con una persona esperta può fare la differenza”

I numeri dei femminicidi non sono certi ma sicuramente le donne uccise da un uomo, con cui hanno o hanno avuto un rapporto affettivo o familiare in quest'anno sono notevoli, dal primo gennaio 2017 a oggi sarebbero almeno oltre 20 le donne uccise per mano maschile. Occorre evitare questa drammatica situazione e intervenire prima che si manifesti. Le operazioni della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne sono state efficaci salvando donne a rischio. Il Legislatore è intervenuto con una normativa specifica in proposito, occorre valutare, ora, cosa è cambiato dopo l'approvazione della legge anti-stalking.

“A seguito degli interventi legislativi del 2009 e del 2013 in materia si è assistito ad un calo degli episodi di violenza di genere” ha sottolineato la Dott.ssa Eleonora Cognigni, Capo della Squadra Mobile di Aosta. “Nel 70%-80% dei casi le vittime sono di sesso femminile. Esiste sicuramente un “sommerso” , nel senso che spesso tali reati non vengono denunciati. Questo accade perché, generalmente, all'interno di una relazione si tende a giustificare o minimizzare comportamenti aggressivi, intimidatori, di sopraffazione che vengono interpretati come dimostrazioni di un amore appassionato e/o di una gelosia innocua. In realtà sono i primi segnali di un crescendo di violenza che provoca isolamento per la vittima e che, se sottovalutata, può culminare in atti estremi. Bisogna prendere coscienza del fatto che non esiste solo la violenza fisica ma anche quella psicologica: non denunciare tali fatti significa esporsi maggiormente ad essi.”
Se gli italiani crescono è grazie agli stranieri. Mentre la popolazione residente italiana cala di 96.976 unità, quella straniera aumenta di 20.875 unità. Lo dicono i numeri, i dati ISTAT difficili da smentire. In Italia risiedono stabilmente 60.589.445 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all'8,3% dei residenti a livello nazionale (10,6% al Centro-nord, 4,0% nel Mezzogiorno).

Difronte a questi numeri viene spontanea una domanda: anche gli stranieri fanno denunce e chiedono aiuto o sono solo gli italiani? “Si anche gli stranieri” evidenzia la Dott.ssa Cognigni “ Il fenomeno migratorio comporta la ridefinizione dei legami e degli equilibri familiari con un conseguente ripensamento delle tradizioni e dei valori della cultura di origine. Ogni cultura si caratterizza per diversi modelli di ruoli di genere, oltre che di famiglia, spesso diametralmente opposti: quando si analizza il fenomeno della violenza nel contesto multiculturale occorre necessariamente confrontarsi con i tratti caratterizzanti il fenomeno migratorio e i modelli culturali e sociali di riferimento.
Tra i fattori di rischio vi è sicuramente la diversa considerazione di uomini e donne all'interno dello stesso gruppo etnico. La violenza in genere impone, infatti, un'analisi delle relazioni tra i generi sessuali: si crea una forma malsana di rapporto di coppia, poiché si sviluppano situazioni di dominio anziché di amore. La relazione diventa una “pericolosa deviazione” dell'amore: si legittima un rapporto basato sulla prevaricazione, sul controllo e sulla sottomissione dell'altro anziché del rispetto reciproco. Il riconoscimento degli atti di violenza subiti è il fattore che ne determina l'emersione, è un processo lento e articolato che richiede cambiamenti individuali e sociali.”
Tutti i casi comunque hanno lo stesso copione: dalla violenza psicologica si passa al controllo della vittima con pedinamenti, quindi alla conseguente violenza fisica. Il fenomeno è analogo in tutti gli strati di popolazione indipendentemente dal livello culturale, dal benessere economico, dai fattori sociali, il trend resta lo stesso.

“Ciò che conta è che le donne si avvicinino a noi, sapendo di avere un punto di riferimento. Possono essere ascoltate e capite”.
Prima di proporre la querela la vittima può tentare di far desistere il molestatore assillante rivolgendosi al Questore che può emettere un provvedimento di
Ammonimento: se non pone fine alla sua condotta il reato diventa procedibile d'ufficio. Ciò significa che il processo penale potrà svolgersi anche se non è stata proposta querela da parte della vittima e che tale condotta costituirà aggravante specifica punibile anche con l'arresto. Nel caso in cui lo stalking si consumi in ambito familiare o di convivenza, la vittima può richiedere l'allontanamento del coniuge/compagno perseguitante e la corresponsione di un assegno di mantenimento. Le conseguenze possono arrivare a comportare la decadenza dalla potestà genitoriale se lo stalking è commesso sui figli. Si parla di violenza usata sulle donne ma le donne potrebbero “fingere” e usare lo stalking o una denuncia di violenza come arma impropria per liberarsi del compagno.
Si è mai verificato questo caso? “ “Non mi risultano, ad oggi, casi di questo tipo, ma non lo escludo. Tenga presente che le denunce di atti persecutori non sono mai tantissime e ciò per diversi motivi: il terrore da parte delle vittime di una ritorsione, la preoccupazione di sciogliere un vincolo familiare o la relazione cui si tiene particolarmente nonostante le umiliazioni, le minacce le continue vessazioni. Le unità specializzate della Polizia di Stato ( le sezioni investigative che trattano i reati contro la persona e la violenza in genere presso le Squadre Mobili) attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità e esperienza nel settore, esaminano i casi affrontando difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci con le vittime che, solo se accolte in un ambiente favorevole, riescono ad aprirsi e a fornire quei dettagli che, se pur sgradevoli e dolorosi per le stesse interessate, risultano di assoluta rilevanza per le indagini e per la cristallizzazione del quadro probatorio necessario per un intervento investigativo e giudiziario che possa proteggere al meglio le persone offese dal reato”.

E' essenziale per una donna in difficoltà essere “ascoltata” senza essere giudicata. E' rilevante la sensibilità della Polizia di Stato verso questi fenomeni.

Ci sono iniziative per far conoscere lo stalking e la violenza sulle donne e per accogliere le donne in difficoltà? L'attività della Polizia di Stato si svolge anche sul piano della prevenzione, necessaria per veicolare una corretta informazione. Diverse sono state le iniziative intraprese dalla Polizia di Stato, tra le quali ricordiamo: il Progetto camper contro la violenza di genere, partito a luglio 2016, che ha consentito di entrare in contatto con oltre 20.000 persone diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela per contribuire a superare la mentalità di sopraffazione e, allo stesso tempo, essere in grado di riconoscere, prima possibile, comportamenti violenti e intimidatori. Inoltre, il 14 febbraio scorso, in occasione di San Valentino, è stata organizzata una giornata contro la violenza sulle donne con il Progetto “Questo non è amore”, ripetuta in occasione dell'8 marzo, con la presenza di stand e spazi di accoglienza con operatori specializzati in grado di aiutare le vittime e raccogliere le testimonianze dirette di chi spesso ha paura di denunciare o varcare la soglia dell'Ufficio di Polizia per paura di ritorsioni. In questa prospettiva si muove anche il Protocollo Eva, acronimo che sta per Esame delle Violenze Agite, adottato dall'inizio dell'anno da parte di tutte le Questure d'Italia. E' una procedura che consente agli equipaggio di Polizia, per intenderci la volante che interviene a seguito di una chiamata al 113 o al 112 Nue (Numero Unico Europeo) di sapere se ci sono stati altri episodi in passato nello stesso nucleo familiare.”
Il messaggio che il Questore di Aosta Pietro Ostuni e il Capo della Squadra Mobile, Eleonora Cognigni, vogliono trasmettere è questo: “Le donne possono rivolgersi a noi anche per un semplice consiglio, un confronto. Parlare con una persona esperta può fare la differenza”.

Centro Antiviolenza, Via Torino, 18 Telefono: 0165/238750. Email: cdvaosta(at)libero.it. Indirizzo web: centrocontrolaviolenza-ao.onweb.it.
Il Centro Donna Contro la Violenza di Aosta è un'organizzazione di volontariato nata nel 1994, che ha come scopo esclusivo quello di rimuovere ogni forma di violenza (psicologica, fisica, sessuale e economica) alle donne e ai minori all’interno e fuori dalla famiglia.


Laura Uglietti

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