"Mai più vittime": associazioni della Valle d'Aosta unite contro la tratta degli esseri umani

La testimonianza di Margarita Meira, la cui figlia è stata rapita, indotta alla prostituzione e poi uccisa

Vittime-trattax530

AOSTA. Nella sede del Seminario Vescovile di Aosta sabato scorso si sono riuniti i rappresentanti delle Associazioni Uniendo Raices, Centro donne contro la violenza, Stati Generali delle donne VDA e il CSV di Aosta per la presentare il tema "Mai più vittime". Un'occasione di confronto con chi ha voluto ascoltare da vicino le storie e l'operato delle associazioni su un fenomeno purtroppo attuale e in crescita anche nel nostro paese.

Presenti il presidente di Uniendo Raices, Miguelina Baldera, e le rappresentanti delle Associazioni partner dell'iniziativa. Per l'occasione è intervenuto David Catani del Progetto "L'Anello Forte": «Questo progetto nasce l'anno scorso nell'ambito di un bando del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri, che ha stanziato per le regioni Piemonte e Valle d’Aosta dei fondi per sostenere iniziative di contrasto ai fenomeni di tratta di esseri umani. Questo bando - spiega - ci ha spinti a dare la nostra adesione alla regione Piemonte per fare sistema e anche per imparare come affrontare al meglio queste tematiche. Sono circa centoquaranta gli enti che aderiscono al progetto».

vittime-trattaIl tema dello sfruttamento e tratta degli esseri umani, donne perlopiù, è stato affrontato attraverso l'esperienza di Margarita Meira, una delle vincitrici del premio “Donna dell’anno”, che ha potuto raccontare ai presenti nel dettaglio la sua esperienza di madre vittima della tratta, ma anche di volontaria in un settore sempre più complicato e in continuo sviluppo.

Il numero dei casi di ragazze scomparse ogni anno in Sud America si aggira intorno ai 27000. Non esistono leggi a tutela delle vittime della tratta. I bordellli sono illegali, eppure pubblicizzati su locandine e flyer in tutta Buenos Aires. Molti dei bordelli sono collusi con le forze dell’ordine e protetti dagli organi politici. Non esistono strutture di rifugio o cura per le poche ragazze che vengono recuparate vive.

La maggior parte di loro viene rapita, drogata, stuprata. Una volta indotte con la forza alla prostituzione, vengono sfruttate fino allo sfinimento, anche con trenta clienti al giorno. Quando i loro corpi non riescono più a reggere di solito vengono uccise simulando la morte tramite incidente, per riscuotere i premi assicurativi. L'emergenza è enorme e non circoscritta al Sud America.

Le ragazze che vengono strappate alla tratta non hanno una struttura dove potersi curare, fisicamente e psicologicamente. L'80% di loro presenta sintomi persistenti di schizzofrenia.

La speranza, per Margarita e anche per le associazioni del nostro territorio, è che il lavoro di supporto possa essere un tramite per gli aiuti necessari a soccorrere queste donne nel loro paese. Ma anche che attraverso la rete e i progetti si possa intensificare il lavoro qui, in Valle d'Aosta, per esempio con la prima “Casa Rifugio” della Regione.

 

Adriana Guizzi

Pin It

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075