Elezioni regionali 2018: Franco Brinato, "stupito dall'affetto delle persone"

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Franco Brinato

Agli sgoccioli della campagna elettorale facciamo il bilancio col candidato Franco Brinato che si presenta come indipendente per il Centro destra Valle d'Aosta (candidato n°3). Un resoconto che passa soprattutto dai mezzi di comunicazione scelti per interagire con le persone.

Da medico a candidato politico, come ha scelto di comunicare con i suoi elettori?
Devo dire che io sono abituato ad un contatto visivo e fisico con le persone e, per quello che ho potuto, non ho cambiato molto il mio modo di comunicare. Certamente ho usato anche i social che mi hanno dato l'impressione di una comunicazione vera con la gente, sia con chi mi conosce sia con chi ha voluto sapere un po' di più di me e del mio programma. Anche il gruppo WhatsApp mi ha permesso di avere un contatto più immediato e con tante persone. Persone che hanno dato un'anima e un senso alla mia candidatura.

Crede di essere "arrivato" alle persone?
Penso proprio di sì, in questi giorni ho sentito una vicinanza che mi ha molto stupito. Mi ha sorpreso avere un consenso così vasto tra la gente e di scoprire dei sentimenti di cui non ero al corrente anche da parte di chi conosco poco. Incontrando queste persone ho ricevuto una gran forza per andare avanti aldilà dei risultati. Oltre all'affetto, hanno condiviso con me i bisogni e le speranze soprattutto nel campo dell'assistenza socio-sanitaria, il bisogno di supporto che cercano nelle istituzioni e che non trovano. Sono esperienze che riguardano la malattia e il disagio sociale e già solo il fatto che le abbiano condivise con me mi fa sentire responsabile. In più il fatto che abbiano fiducia in me per rappresentarli mi fa sentire onorato.

Chi sono queste persone?
Sono persone che mi hanno incrociato anche solo una volta mentre operavo sul territorio o in ospedale, persone che mi hanno dovuto incontrare in un momento delicato della loro vita e che per forza lo ricordano. A volte non ci rendiamo conto che facendo il nostro lavoro non incontriamo "casi" o "numeri" bensì persone che soffrono e che ricordano il medico ed anche l'uomo che è stato loro vicino. Questa è stata la mia grande soddisfazione: aver lasciato un ricordo umano positivo.

Cioè?
Io sono una persona pragmatica e concreta, sono per la filosofia del fare più che del parlare. Non faccio grandi moine ma cerco di esserci, sempre. E questo ha fatto la differenza per molti.

Com'è stata la sua esperienza con i mezzi di comunicazione invece?
E' stata un' esperienza che mi ha dato un bagaglio importante. Come dicevo sono abituato a rapporti più diretti, quindi non nascondo la mia difficoltà ad affidarmi a dei “filtri”. Ho realizzato un video e devo dire che non è stato per niente facile stare di fronte a una telecamera, ma questa esperienza mi ha arricchito e rafforzato. Anche il clima che si è creato durante la registrazione lo ricordo con piacere. La mia rimane un'esperienza contornata da tantissimo affetto, quindi positiva.

Da rifare?
Da intensificare. E non solo in queste occasioni perché è importante comunicare con la gente e soprattutto condividere con un pubblico sempre più vasto il modo di pensare, con tutti i mezzi a disposizione.

Bilancio di questa campagna?
Non so se ho fatto tutto quello che c'era da fare, se avrei potuto fare meglio o di più, ma ho avuto un riscontro positivo. Nel senso che molti mi hanno riconosciuto fedele a quello che sono ed è questo che conta per me. Un amico, che non vedo da trent'anni, mi ha scritto che sono lo stesso che ha conosciuto nell'81, che il mio modo di interagire con la gente e il mio programma rispecchiano i miei ideali e la persona che ero e che sono sempre stato. Per cui direi che sono pienamente soddisfatto.