Elezioni 2018: Michele Talamo, "alla Valle d'Aosta servono sicurezza, politiche sociali e meno tasse"

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Talamo Michele

E' candidato per la Lega (Lista N°7, candidato N°32) Michele Talamo, artigiano cresciuto in Valle d’Aosta dall’età di due anni e che questa regione la sente sua perché ne incarna i valori di appartenenza, l’attaccamento alle tradizioni e ai suoi abitanti. Da circa vent’anni è proprietario di un’attività di Ottica in Via Torino, ad Aosta; amante della fotografia e devoto alla sua famiglia. Un commerciante, padre in una generazione in difficoltà, ha deciso di cogliere l’opportunità di mettersi al servizio della gente.

Cominciamo dalle sue origini..
Mi chiamo Michel Talamo, nasco a Torino, quando il mio babbo era militare. Difatti ho un piccolo problema col mio nome: mio padre voleva chiamarmi Michel, solo che al Comune lo hanno scritto male e mi ritrovo Michele. Quindi all’anagrafe sono Michele, ma per tutti sono Michel. Il problema è che sui volantini c’è scritto Michele e la gente mi conosce come Michel appunto..  Comunque, arrivo in Valle d’Aosta nel 1959, all’età di due anni, ho subito sentito questo posto come casa mia. Credo di essere un Valdostano di cuore, di quelli che hanno ancora il senso della Comunità valdostana.

Cosa vuol dire per lei essere valdostano?
Essere valdostano significa amare e mantenere la tradizioni, la lingua e valorizzare tutto ciò che è la valdostanità. Io ad esempio faccio parte del Comitato di Via , con cui di solito durante le estati organizzo delle manifestazioni per la città. Manifestazioni improntate su cose locali con gruppi folkloristici, cori valdostani... tutto ciò che è tradizione insomma... Amo questa terra e vorrei continuare ad abitarci e vederci crescere i miei nipoti.

Cosa potrebbe impedirglielo?
Visto che a livello politico nella regione ci sono delle situazioni quantomeno “strane”, se non cambia qualcosa prima o poi i piccoli negozietti di quartiere dovranno chiudere e ognuno di noi dovrà fare delle scelte.

Prima volta in politica?
Sì, a parte una candidatura dell’ultimo minuto alle comunali ad Aosta.

Perché?
E' dovuto proprio al fatto di rendersi conto in che condizioni versiamo. Io sono un leghista convinto, sono un salviniano e di conseguenza condivido l’idea di fare della Valle d’Aosta una Regione autonoma sul serio, federale con il resto dell'Italia. Punto. Intanto in città manca una programmazione dei lavori pubblici, e da commercianti ci siamo resi conto che non possiamo ritrovarci strade chiuse per dei mesi e senza alcuna organizzazione o preavviso. Abbiamo anche fondato un comitato di Via Torino per far comprendere a un certa "politica" che bisogna programmare e avvisare i commercianti degli eventuali lavori. Io sono qui dal '59 e una situazione del genere non l’avevo mai vista.

Che genere di situazione?
Guardi, quando c’era la possibilità economica per fare cose buona per la Valle d’Aosta non sono state fatte. Adesso che la situazione economica è più difficoltosa, non si fa più neanche il necessario. Per esempio io ho avuto per sette anni un fratello disabile: è stato per 5 anni in una microcomunità e da ex dipendente non riusciva a coprire le spese con quello che lo Stato gli passava quindi tutti i mesi la famiglia doveva aggiungere delle quote. Mi chiedo lo Stato cosa se ne fa di quelli che una famiglia che può provvedere non ce l'hanno. Un disabile non può essere abbandonato a se stesso. Oppure mi viene in mente un mio cliente, anziano, che aveva necessità degli occhiali per leggere le istruzioni delle medicine. Dopo aver scelto gli occhiali più economici mi ha chiesto di tenerglieli fino a fine mese perché non ci arrivava con la pensione, e mancavano quindici giorni. Io glieli ho dati comunque e il giorno stesso che ha ritirato la pensione è venuto a saldare. Ma che Stato è uno che non permette diciannove euro per una necessità? Queste cose io le vivo sulla mia pelle tutti i giorni.

Perché sceglie la Lega?
La scelsi già parecchi anni fa (nel 2011 ero già a Milano ai raduni) perché in questo momento mi riconosco in tutto ciò che la Lega propone: l’aiuto ai disabili, la legge sulle pensioni, le politiche sociali, la sicurezza, le tasse. Noi piccoli commercianti arriviamo a oltre il 70% di tassazione, pensi a quanto potrei reinvestire nell'attività o nelle persone se non mi strozzassero con le tasse. Io e mia moglie siamo entrambi artigiani, avremmo voluto tanto un aiuto e poter trasmettere il nostro mestiere, ma questa tassazione non ce lo permette, col risultato che noi siamo stanchi e che l’economia e il lavoro non può passare nelle mani dei nostri giovani che invece sono senza lavoro. Parlo anche delle mie figlie: la più piccola ha fatto diverse stagioni all’estero per poter avere l'automobile. I nostri giovani si formano in modo eccellente per andare a fare stagioni all’estero sottopagati, perché qui saltano di stage in stage spesso non retribuiti. Non è giusto. Non è più l’isola felice di una volta la Valle d’Aosta, anzi alla luce degli ultimi avvenimenti siamo tra i peggiori esempi di autonomia in Italia. Bisogna fare qualcosa, valorizzando anche le nostre peculiarità: il turismo, i trasporti, l’agricoltura... con l’istituzione di una Zona Autonoma di Imposizione fiscale per esempio si potrebbe fare qualcosa di fondamentale. Ci sono le famiglie e le categorie fragili da sostenere, vogliamo ottenere i nidi gratuiti, i bonus per le famiglie. Vogliamo più sicurezza. E' sotto gli occhi di tutti che ultimamente gli episodi criminosi sono aumentati, anche la nostra sicurezza andrebbe gestita in maniera diversa. La Lega offre un programma per la Valle d’Aosta che investe sull’autonomia e si concentra sui valdostani e i loro bisogni, per davvero.

Che papà è?
Uno che risponde sempre ai perché e che spinge i figli a farsi delle domande e a informarsi.

Come la descriverebbero i suoi clienti?
Presente, sempre. E sempre disposto a strappare un sorriso.

E cosa vuol dire ai Valdostani?
Abbiate fiducia, non perdete la speranza, c’è ancora gente che crede nella politica sana. Quella vera, al servizio dei cittadini, non al servizio di sé stessa.