Ferrero (Mouv): per la Valle d'Aosta una maggioranza trasversale con persone valide

Ferrero stefano1Stefano Ferrero, candidato in Mouv', ti aspettavi di essere rieletto in Consiglio regionale?
«Questa rielezione non era per nulla scontata. E' stato un passaggio difficile dal punto di vista personale ed è stato difficile anche far capire alle persone quali motivazioni mi avevano spinto ad abbandonare la forza politica in cui militavo. Inoltre Mouv' era un movimento che si presentava per la prima volta alle elezioni e che si era costituito in pochi mesi. Direi quindi che il risultato ottenuto è senz'altro apprezzabile. Certo, avrei voluto portare più preferenze ai miei compagni di squadra. C'erano altre persone molto in gamba che meritavano di avere una possibilità in Consiglio».

Perché con Mouv'?
«Perché, anche dal punto di vista della mia formazione giovanile, mi sono sempre collocato più al centro che a sinistra e dunque è stata una scelta coerente con la mia "educazione". Ho fatto alcune verifiche, ho parlato con i fondatori del movimento e con persone del direttivo e ho avuto garanzie sul potermi muovere in modo autonomo. Inoltre non c'erano persone coinvolte in indagini o condanne penali, al contrario degli altri partiti».

Si dice che l'elezione tua e dell'altro ex M5s, Roberto Cognetta, non fosse stata prevista e che Mouv' pensasse di portare altri candidati in Consiglio.
«Dobbiamo ancora riunirci per discutere la situazione, ma per adesso la reazione è stata positiva sia da parte dei candidati sia di alcuni componenti del direttivo quindi penso che su questo non ci siano problemi. E comunque è vero che mi sono candidato come indipendente, ma mi sento integrato nella squadra e condivido pienamente il programma. Se ci saranno problemi, li risolveremo. Gli scambi di opinione che ci sono stati prima delle elezioni credo siano stati chiarificatori per tutti».

La tua rielezione dimostra che le elezioni regionali sono ben diverse da quelle politiche e che gli elettori preferiscono votare la persona anziché il partito. Un esempio è anche Rollandin: travolto da tante vicende, ha perso consensi ma è comunque il primo per preferenze.
«L'UV penso stia ancora sottovalutando il trend negativo che ormai è indiscutibile. Parlavo con una persona che mi diceva che dalla prima "fuga" dall'UV, quella di Aosta Viva, l'UV era sul 47% adesso è ridotta al 19%. Ci sono state emorragie continue e che non si fermano. Ora c'è una fronda interna che ha rilasciato dichiarazioni contro Rollandin. Mi fanno un po' ridere. Si sapeva da anni quali erano i problemi giudiziari della persona, quali erano le dinamiche che portavano ad avere un gran numero di voti. Ora queste uscite improvvise mi sembrano di cattivo gusto soprattutto queste persone erano al corrente di tutto».

C'è un po' di ipocrisia?
«Una bella dose di ipocrisia direi».

Questa mattina la Spelgatti ha annunciato la sua candidatura a presidente della Regione e Pastoret ha annunciato il via alle consultazioni. In Valle d'Aosta non c'è un Mattarella che può mediare quindi cosa accadrà?
«Vorrei poter fare una dichiarazione bomba, ma al di là delle battute ci sono due scenari possibili ed il primo vede una maggioranza svariata, ma abbastanza traballante. Se ci saranno le persone giuste noi non ci tireremo indietro e daremo il nostro apporto. Non ci sono pregiudizi. Certo è necessario che, all'interno di un discorso di governo, vengano rispettati gli impegni presi in campagna elettorale come quello dell'etica, dei condannati. Diversamente, faremo un'opposizione super costruttiva e propositiva. In questo momento però tutti, noi inclusi, dovremo fare uno sforzo per dare un governo stabile alla Valle d'Aosta senza venir meno agli impegni presi».

Quindi voi non avete preclusioni tra Lega o Uv per un eventuale governo?
«Chiariremo questo punto questa sera, ma ritengo che purtroppo ci sia un grosso problema: certi partiti, solo a sentirli nominare, fanno venire i brividi. Non bisogna però dimenticare che all'interno di ogni forza politica ci sono persone valide e oneste. Se si vuole fare un vero tentativo di costruire qualcosa per la Valle, è indispensabile invidiuare queste persone valide. Vedrei bene un accordo trasversale anche con forze politiche che magari hanno poco da condividere, ma che per questo governo di emergenza mettano da parte i simboli, uniscano le forze "buone" e individuino quello che c'è da fare dandosi delle scadenze. In mesi, non in anni».

Altrimenti?
«Altrimenti elezioni anticipate, che sarebbero però una perdita di tempo».

Soprattutto con questa legge elettorale.
«Sicuramente. Senza una modifica a quesat legge potremmo trovarci in una situazione ancora peggiore di quella del parlamento italiano».

In effetti c'è un denominatore comune tra quanto accade in Valle e in Italia ed è proprio una legge elettorale che non permette di governare.
«Quando la legge elettorale regionale è stata cambiata si è potuto eliminare la questione del voto controllato grazie ai poli unici di scrutinio, ma è stata mantenuta una percentuale molto elevata per il premio di maggioranza. All'epoca qualcuno pensava di ottenere supermaggioranze schioccando le dita. Non è più così, non è più il tempo delle super maggioranze. Io sono sempre stato per il proporzionale e per soglie di sbarramento più basse perché la rappresentanza è essenziale. Purtroppo al contrario si tende a dare premi di maggioranza che si ispirano a situazioni che, oggi, sono irreali tanto a livello nazionale quanto locale. Abbiamo a che fare con strumenti legislativi vecchi rispetto all'evoluzione che c'è stata nella politica. Mantenendo questi strumenti, rimarremo inchiodati».

Un altro effetto delle elezioni regionali è che in Comune ad Aosta entrerà Casapound.
«Di questo sono infastidito, ma certamente non preoccupato. A livello politico Casapound ha espresso poco salvo iniziative propagandistiche. A livello di forma invece lo trovo molto grave perché di fatto nel Consiglio comunale del capoluogo entra una forza politica chiaramente ispirata a principi neofascisti e in una regione come la nostra, che ha nel cuore la lotta di liberazione e le battaglie per lo Statuto, lo vedo quasi come una deriva. Penso che il fenomeno sia comunque da sottovalutare. La Lega doveva però pensarci quando, all'epoca, ha messo in lista questi signori».

Due partiti che hanno condiviso il potere negli ultimi 5 anni con le diverse maggioranze, PD e Alpe, sono stati penalizzati dai risultati elettorali. Il PD addirittura è fuori dal Consiglio.
«Alcuni dei loro esponenti purtroppo stati anche coinvolti in inchieste giudiziarie. Di fronte alle condanne passate in giudicato per la gestione di fondi pubblici, a prescindere dalle valutazioni sui reati, una parte dell'elettorato penso non se la sia sentita di continuare a dare il voto al partito. Parliamo di una responsabilità a monte che ha penalizzato di riflesso le persone che componevano le liste. La condivisione del potere poi ha lati positivi e negativi: poteva far perdere qualcosa, ma si sa che il potere porta anche consenso».

 

Marco Camilli

Pin It

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075