Sul web non si ferma la protesta contro l'abbattimento delle ghiandaie

Sul web non si ferma la protesta contro l'abbattimento delle ghiandaie

Attivate petizioni contro le "mele insanguinate" mentre sul caso Unterthiner interviene anche L'Altra Europa con Tsipras

 

 

AOSTA. Non si placa la polemica sul piano quinquennale di controllo numerico delle ghiandaie e dei corvidi, recentemente dal governo valdostano, che prevede l'abbattimento di 4.500 esemplari per evitare danni a meleti e frutteti.

Sul web sono nate alcune petizioni, una delle quali ha superato le 800 firme, contro le "mele insanguinate", e da alcuni giorni le caselle email degli uffici regionali dell'assessorato all'agricoltura stanno ricevendo (insieme a quelle di Aostaoggi.it, di altri giornali e quotidiani e di politici valdostani) decine di email di protesta.

Anche il duro intervento su Facebook del pluripremiato fotografo naturalista Stefano Unterthiner fa ancora discutere.

Tra gli ultimi ad intervenire Legambiente che, oltre ad esprimere "piena solidarietà" al fotografo valdostano, ha criticato la risposta dell'assessore al Turismo Aurelio Marguerettaz e gli annunci di possibili azioni legali per tutelare l'immagine della Valle d'Aosta: "con il suo attacco alla libertà di critica, l'assessore aggiunge danno al danno inferto con le sciagurate politiche regionali, a partire da quelle dei trasporti", ha commentato l'associazione.

Da segnalare anche il comunicato di L'Altra Europa con Tsipras, sulla stessa linea di quello di Legambiente. "Le critiche di Stefano Unterthiner sono del tutto condivisibili e il suo è il grido di dolore di chi vede maltrattato e distrutto l'oggetto del suo amore", si legge nella nota. "Nell'impossibilità di dare una risposta adeguata - continua lo scritto -, il Marguerettaz non sa far di meglio che minacciare improbabili ricorsi giudiziari. Senza minimamente rendersi conto che un'iniziativa del genere (uno dei migliori fotografi naturalisti al mondo citato in giudizio per le sue opinioni...) avrebbe un tale riscontro a livello nazionale ed internazionale (a partire dalla prestigiosissima National Geographic di cui Stefano è da anni collaboratore) da rendere – questo sì – un pessimo servizio all'immagine della nostra regione".

 

 

Elena Giovinazzo

 

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