Già bloccata l'attivazione di nuove caselle, dal 2015 il servizio sarà sospeso progressivamente
AOSTA. Il servizio di Postacertificat@ (CEC-PAC), che puó essere utilizzato solo per comunicazioni verso la PA sarà "progressivamente sospeso per far convergere tutte la posta certificata sul sistema PEC". L'annuncio arriva direttamente dall'Agenzia per l'Italia Digitale della presidenza del consiglio dei ministri.
La CEC-PAC era stata annunciata alcuni anni fa dall'allora ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, come una importante riforma. Il servizio però "non è riuscito a decollare in questi anni - rileva l'Agenzia -: l'82% delle caselle attive non ha mai inviato messaggi. Una delle ragioni dello scarso utilizzo puó essere associata alla sovrapposzione con la PEC".
La sospensione della CEC-PAC permetterà di recuperare quasi 19 mlioni di euro e, come detto, avverrà progressivamente.
La tempistica è già stata definina e lo stop al rilascio di nuove caselle è in vigore dallo scorso 18 dicembre (anche per quelle caselle la cui richiesta di attivazione online è stata presentata in data antecedente, ma che non sono state ancora attivate presso gli uffici postali). Le prossime tappe sono nel 2015: dal 18 marzo al 17 luglio le caselle saranno mantenute attive solo in modalità di ricezione e sarà consentito agli utenti l'accesso solo per la consultazione e il salvataggio dei messaggi ricevuti; dal 18 luglio le caselle non saranno più abilitate alla ricezione di messaggi e l'accesso sarà consentito, fino al 17 settembre 2015, solo per la consultazione e il salvataggio dei messaggi ricevuti. Dal 18 settembre del prossimo anno quindi sarà definitivamente inibito l'accesso alla propria caselle CEC-PAC. Dal 18 settembre 2015 al 17 marzo 2018 sarà garantita agli utenti del servizio CEC-PAC la possibilità di richiedere l'accesso ai log dei propri messaggi di posta elettronica certificata.
Dal 18 Marzo, infine, tutti gli utenti CEC-PAC potranno richiedere una casella PEC, gratuita per un anno, con una email all'Agenzia per l'Italia Digitale.
Elena Giovinazzo
