Proposta per impiegare i migranti ospitati in Valle d'Aosta in attività di volontariato

 

Iniziata l'elaborazione di un protocollo d'intesa tra Regione, Celva e Csv

profughi-pullmanAOSTA. Controlli a sorpresa sono stati effettuati ultimamente nelle sedi di accoglienza dei migranti ospitati in Valle d'Aosta. Dai sopralluoghi è emerso che i parametri e gli standard di accoglienza definiti dal Ministero dell'Interno sono stati rispettati e che i servizi sono regolarmente erogati.

La questione dei cittadini stranieri che hanno chiesto la protezione internazionale è stata trattata ieri dal Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori non programmati. In questa occasione è stato anche proposto di impiegare i migranti nel volontariato. L'ipotesi è di affidare loro attività a servizio degli enti locali con il coinvolgimento delle associazioni del settore e in questo senso è già allo studio un protocollo di intesa tra Regione, assessorato regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Celva e Centro Servizi per il Volontariato.

Come reso noto in Consiglio Valle pochi giorni fa, i profughi ospitati in Valle d'Aosta sono 61 e tutti provengono dall'area subsahariana. In 37 sono alloggiati ad Aosta, presso il Piccolo albergo di comunità della cooperativa La Sorgente e l'Abri Mons. Vincent della Caritas, mentre gli altri 24 sono a Verrès nella struttura gestita dalla cooperativa Leone Rosso. A questi cittadini stranieri è garantita assistenza a tutti i livelli (sanitaria, psicologica, di mediazione culturale) e per loro sono organizzati corsi di italiano ed attività ludiche e sportive. Inoltre alcuni già partecipano ad iniziative di sensibilizzazione della popolazione, tirocini e corsi di musica, canti e balli tradizionali africani.

 

M.C.

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