Carceri, il Garante dei detenuti: «serve il pieno reinserimento nella società»

 

A Brissogne grazie allo svuota carceri superato il problema sovraffollamento

Carcere-lavanderiaAOSTA. Sovraffollamento, certezza della pena, riabilitazione, vivibilità: sono tanti i problemi del sistema detentivo italiano e per nessuno esistono soluzioni semplici ed immediate.

Rispetto al panorama nazionale la situazione valdostana può essere considerata più vivibile sia per i detenuti sia per gli operatori di polizia. I detenuti nella casa circondariale di Brissogne sono ad oggi, o meglio a ieri 16 aprile, 122 a fronte di una capienza massima regolamentare di 180 unità e di 158 unità in organico alla polizia penitenziaria. Al 31 dicembre 2014 i detenuti erano 134 (di cui 84 stranieri, 7 in attesa di giudizio di primo grado e 11 condannati non definitivi) mentre appena tre anni fa ben 281 di cui 203 stranieri. «E' l'effetto delle misure svuota carceri» ha spiegato in conferenza stampa oggi ad Aosta il Garante dei diritti dei detenuti, Enrico Formento Dojot, illustrando l'attività svolta nel 2014. Provvedimenti che il Garante ha sostenuto, anche se adottati principalmente dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte europea dei diritti dell'Uomo, ma la cui efficienza «è stata pregiudicata dalla stratificazione normativa e dai problemi interpretativi» ha segnalato Formento Dojot.

La situazione sanitaria invece non è fonte di soddisfazione perché nonostante il passaggio delle competenze dallo Stato alla Regione avvenuto a fine dello scorso anno, gli standard sanitari dovranno essere rivisti. «L'entità del trasferimento non sembra essere adeguata», ha detto il Garante, e porterà all'interruzione del servizio di guardia medica che dal novembre 2013 era attivo 24 ore su 24. Di conseguenza «si dovrà fare ampio ricorso al Soccorso 118 con tutte le difficoltà del caso» e le procedure di sicurezza richieste che ritardano l'intervento nei casi di emergenze.

Parlando di carcerazione e certezza della pena, Formento Dojot ha affermato che «la preoccupazione della popolazione è comprensibile, ma dobbiamo imparare a guardare al futuro: il carcere non è solo un luogo di espiazione della pena, in condizioni peraltro discutibili. Quello che serve è il reinserimento pieno nella società» dei detenuti. «La nostra stella polare deve essere l'articolo 27 della Costutizione - ha aggiunto -: pena rivolta alla rieducazione del reo ed al suo reinserimento positivo nella società».

Di questo si occupano i programmi di alfabetizzazione degli stranieri, di volontariato dall'Associazione valdostana volontariato carcerario onlus e soprattutto i progetti di lavoro e formazione. La struttura di Brissogne ha attivato il laboratorio di panificazione "Brutti e buoni" che vende i prodotti in due negozi ad Aosta e Saint-Christophe e che ha permesso a due dei dieci detenuti coinvolti di ottenere un lavoro a tempo parziale indeterminato e poi la lavanderia interna che occupa altri dieci detenuti e si sviluppa sia nella casa circondariales ia nella casa di riposo J.B. Festaz. Altri due detenuti sono stati assunti nell'ambito dei Lus, i Lavori di utilità sociale.

Tornando all'attività del Garante dei diritti dei detenuti, l'ufficio ha trattato 60 casi nel 2014, tutti riguardanti il rapporto con il carcere e in particolare le condizioni dell'istituto, il vitto, i colloqui e le visite.

 

Elena Giovinazzo

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