Cento anni dopo il 24 Maggio, quando l'Italia entrò nella Prima Guerra Mondiale

 

Il ricordo di una tragedia attraverso quello di un fiero soldato Italiano

trincea-pgmAOSTA. Raccontare in poche righe che cosa ha significato per l'Italia la Prima Guerra Mondiale non è possibile. Per questo compito ci sono gli storici che hanno riempito negli anni una quantità enorme di pagine bianche con una infinità di parole.

Io voglio parlarvi di questa ricorrenza attraverso gli sbiaditi ricordi del mio nonno paterno, Pietro Camilli, classe 1891, che partì 24enne da Roma per una guerra di cui forse non conosceva pienamente le motivazioni. Era un Carabiniere e si ritrovò in una manciata di ore in una terra Italiana mai vista insieme a tanti Italiani che parlavano lingue a lui sconosciute.

Cosa ricordo di questo nonno alto, di corporatura robusta, dallo sguardo fiero? Innanzi tutto i suoi baffi, che curava come se fossero una delle sue cose più preziose. Ma anche la sua pazienza nel parlare con me, il nipote che ascoltava le storie di trincee, di fatiche, di stanchezza. Non mi ha mai parlato di morte o di dolore. Anche se ero molto piccolo, intuivo lo stesso che quell'esperienza per lui non era stata facile e che tante brutte cose aveva dovuto vivere in quella lontana terra, a lui così sconosciuta, ma per la quale non ha esitato a mettere in gioco la vita.

Ricordo con stupore quando mi raccontava che nelle ore passate in trincea aveva imparato a memoria "La Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso e quanto mi piaceva leggere delle frasi di questo libro, interrompermi e sentire lui che proseguiva a memoria da dove io mi ero fermato.

Ricordo che durante la guerra trovò anche la donna della sua vita, mia nonna Gatto Maria Elisabetta di Altivole, provincia di Treviso. E' solo grazie alla guerra che mio nonno conobbe quel paese. Cento anni fa non era facile viaggiare per l'Italia e in quale altra occasione sarebbe potuto passare in quel di Altivole, in provincia di Treviso?

Sono tante le riflessioni che scaturiscono da questa particolare circostanza. Come può accadere che in una immensa tragedia possa fiorire un fiore pieno di Amore? Come accadde? Come hanno vissuto l'inizio della loro relazione, mentre il mondo attorno bruciava? Come parlare del futuro quando ogni giorno poteva essere l'ultimo giorno?

Pietro Camilli era un soldato Italiano ed era fiero di esserlo. Lo penso in quei giorni, pieno di speranza che quella maledetta guerra sarebbe stata l'ultima guerra per la sua Italia.

Cosa altro ricordo di lui? La sua tristezza nel vedere che uno Stato cinico gli negava, con scuse burocratiche, la nomina di Cavaliere di Vittorio Veneto. E poi il pianto di rabbia di mio padre quando, dopo quindici giorni dalla morte del suo papà, trovò nella buca delle lettere una missiva del Ministero della Difesa che informava mio nonno che quella nomina tanto attesa gli era stata finalmente concessa.

Qui concludo il raccontarvi i miei sbiaditi ricordi di mio nonno soldato orgoglioso di essere Italiano e combattente nella prima guerra mondiale iniziata per l'Italia 100 anni fa, il 24 Maggio 1915.
 
Marco Camilli

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