Interrogazione al Senato di Lanièce per esentare dall'Iva il rimpatrio delle salme dei caduti in guerra

 

Sono più di 16 mila i militari italiani morti nei campi di concentramento in Germania

senato2AOSTA. Eliminare l'aggravio delle tasse per i familiari che vogliono riportare in Italia le salme dei soldati caduti in guerra e sepolti all'estero. E' la finalità di una interrogazione presentata dal senatore Albert Lanièce, vice presidente del Gruppo per le autonomie, per esortare il govero ad intervenire.

«La Germania, per la riesumazione per il rimpatrio dei nostri Caduti, applica una tassa cimiteriale particolarmente gravosa ed il costo complessivo per il rimpatrio dei resti mortali di un Militare I.M.I è considerevole e comprensivo dell'Iva al 19%» ha detto Lanièce. «Le famiglie dei nostri militari, che morirono per il loro pensiero, la loro religione e il loro "no" alla richiesta di combattere a fianco dei nazi-fascisti, ora si vedono costrette, beffardamente, a sborsare una cospicua somma di denaro per ottenere le spoglie dei propri cari». L'esenzione dal pagamento dell'Iva sul rimpatrio delle salme sarebbe possibile andando a modificare il Dpr 633/1972.

Come ricordato dal senatore valdostano, alla data dell'armistizio siglato dall'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale con gli anglo-americani, il numero dei militari italiani deportati e morti nei campi di concentramento nazisti è di circa 16.079. Negli anni '50 il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra del Ministero della Difesa riuscì a rintracciare le spoglie degli italiani sepolti in Germania, facendole traslare nei cimiteri militari italiani d'onore. Nel 1999, grazie alla legge n. 204/1951 fu possibile far rientrare in Italia i loro resti.

 

E.G.

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