Consorzio Pesca, è scontro tra il presidente uscente Crea e lo sfidante Verducci

 

Crea all'attacco: "vende fumo". La replica: "dopo 41 anni servono programmi nuovi"

AOSTA. Il 28 maggio il Consorzio regionale pesca è chiamato a rinnovare i vertici. Il presidente uscente Antonio Crea si ricandiderà e affronterà lo sfidante Pietro Verducci. Le schermaglie tra i due, a suon di comunicati stampa e non solo, sono già iniziate.

Proprio in una nota, replicando a dichiarazioni rilasciate sui media dallo sfidante, il presidente uscente Crea e cinque altri rappresentanti di comunità (Giacomo Domenghini, Mario Lazier, Gianni Rej, Gianfranco Teggi e Giampiero Valentino) difendono "il lavoro svolto, con serietà e trasparenza dai componenti del Consiglio, i quali intendono proseguire negli impegni intrapresi con dedizione. La forza del nostro gruppo - affermano - sarà sempre quella di respingere tutti gli attacchi provenienti da persone poco informate, che non conoscono la realtà e i compiti istituzionali del Consorzio pesca e soprattutto cercheremo di rendere sempre più proficua e piacevole la nostra passione per la pesca".

Una delle questioni tirate in ballo è l'elezione del Consorzio. "Non si vede la necessità di dover cambiare il sistema di elezione adottato", dicono Crea e gli altri firmatari, e la conferma della validità del sistema arriva dalla "volontà dichiarata dalla Regione di adottare lo stesso metodo anche per il Comitato per la gestione venatoria".

"Non è possibile - aggiungono poi a proposito dei ripopolamenti - sminuire con tanta facilità il lavoro svolto volontariamente e con passione da tutti i pescatori che partecipano alle semine". Solo "partecipando attivamente alle operazioni di semina ci si potrà rendere conto di come sono organizzate e soprattutto come siano impossibili certe dicerie di cattivo gusto".

Verducci è accusato di "vendere fumo e prendere in giro i pescatori".

Nella controreplica lo sfidante prende spunto proprio da questa affermazione per affermare che "il fumo in questione è frutto della volontà di tutti i pescatori che ho incontrato e non propaganda elettorale". Verducci conferma il disaccordo sull'elezione indiretta del presidente, perché il Consorzio "deve essere espressione dei pescatori e non della politica - dice -. Se un pescatore vuole essere rappresentato da un altro pescatore di una Comunità montana che non è la propria, non capisco perché non possa farlo. Chi prende più voti farà il presidente e sarà anche rappresentante della Comunità montana di riferimento".

A proposito del programma del Comitato, Verducci ricorda che questo è "chiaramente stabilito dalla legge regionale n°34 del 1976. Caro presidente, corre l'anno 2017. Abbiamo bisogno di programmi nuovi e nuove persone che rappresentino e rilancino la pesca in Valle d'Aosta. Sono passati ben 41 anni".

Secondo infine Verducci "tutte le difficoltà riscontrare dal sottoscritto nel volersi mettere democraticamente in concorrenza con l'attuale CdA dimostrano il tipo di approccio messo in campo". "Credo che i pescatori valdostani meritino la possibilità di poter scegliere, dopo anni, un’alternativa all'attuale gestione".

 

C.R.

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