Ad Aosta Art & Ciocc, il tour dei cioccolatieri

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Il "cibo degli dei" in tutte le sue forme e sapori riduce i rischi cardiovascolari

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AOSTA. In una giornata soleggiata ma decisamente ventosa Art & Ciocc, presente questo fine settimana in piazza Chanoux, ha avuto una notevole presenza di pubblico. Nella manifestazione, giunta alla decima edizione, sono presenti 30 stand. I maestri del cioccolato lo propongono in forme e sapori diversi. Si tratta una vera e propria festa per gli occhi e per il palato. In tutte le 13 tappe del tour, che toccherà diverse città italiane, un’attenzione particolare è rivolta anche alle diverse esigenze e scelte alimentari, per cui si potranno trovare cioccolato e dolci senza glutine, bio, senza zucchero e il pregiato cioccolato crudo dalle riconosciute proprietà antiossidanti.

1x350Non si poteva non soffermarsi al banco «La via del cioccolato». Il titolare, Herman Castro, evidenzia: «Veniamo da Perugia e lavoriamo in questo settore da 10 anni  vendendo cioccolato in Italia e in Europa. La tradizione pasticcera è alla base di questo lavoro nato inizialmente a Torino, la città del cioccolato, e dopo poco tempo ci siamo trasferiti a Deruta, alle porte di Perugia dove abbiamo aperto la nostra fabbrica scegliendo di eseguire una lavorazione paziente utilizzando materie prime di altissimo pregio per ottenere un cioccolato dall'aroma e dal sapore intenso. Qualità essenziale per noi è selezionare gli ingredienti migliori, le migliori fave di cacao, nocciole, farro, le migliori spezie, e tutto ciò che occorre per avere un prodotto d'eccellenza artigianale».
Un'altra attrazione di analogo interesse è l'esposizione di TO-CIOK. «Siamo una giovane realtà torinese che produce cioccolato artigianale con passione e innovazione» spiega Davide Appendino titolare della ditta cresciuto nella pasticceria di famiglia tra i profumi inebrianti di nocciole e cacao. «Il nostro desiderio è quello di valorizzare le materie prime locali, trasformandole, con lavorazioni artigianali di qualità, in un cioccolato dal sapore unico al palato. Abbiamo deciso di creare un logo che unisca le iniziali di TO-rino e CIOK-ccolato. Il nostro punto forte è il cremino. Produciamo due tipologie diverse di cioccolato, quello tradizionale e quello fatto solamente con fave di cacao e zucchero di canna. Dalle fave di caco si passa alla fase iniziale, alla tostatura, alla quale segue la macinatura, la concatura e la preparazione delle tavolette con temperaggio. Importiamo le fave dall'Ecuador, dal Ghana, dalla Cambogia, dalla Costa Rica. Quest'anno abbiamo realizzato anche i gianduiotti in piccolo formato. Vendiamo non solo in Italia ma in tutt'Europa».

L'occhio è caduto quindi sui cuneesi avvolti con carta coloratissima proposti dalla pasticceria Bertolino di Fossano. Ad ogni colore corrisponde un sapore diverso: ruhm, pesca e amaretto, nocciola, torroncino, caffè, pistacchio, gianduia , marrons glacés, cremino, croccantino, sacher. Ad essi si associano tartufi, dragés, praline di cioccolato nelle forme diverse, torrone e croccante. Si tratta di una gara di colori e sapori diversi dove non esiste un vincitore.

Se è vero che i cibi più buoni sono anche quelli più pericolosi per la salute, il cioccolato sembra essere la classica eccezione che conferma la regola, almeno in parte. Il cioccolato fondente, grazie al contenuto di cacao, rappresenta una delle più importanti fonti alimentari di flavonoidi, rinomati antiossidanti presenti negli alimenti di origine o derivazione vegetale, come il tè, il vino rosso, gli agrumi e i frutti di bosco.
Maggiore è la percentuale di cacao della tavoletta, superiore è la presenza di flavonoidi, ai quali è riconosciuto un grande potere antiossidante. Il cioccolato fondente aumenterebbe del 20% la concentrazione di antiossidanti nel sangue, riducendo così i fattori di rischio cardiovascolare.
E pensare che la storia del cioccolato, che va considerato come un alimento vero e proprio, sembra nascere con le usanze delle civiltà precolombiane. I Maya e gli Aztechi usavano i chicchi di cacao come moneta di scambio oppure li bruciavano, assieme all’incenso, durante i loro riti. I Maya chiamavano cioccolato una bevanda di cacao preparata con acqua calda e spesso aromatizzata con peperoncino e pepe, chiamata da loro “cibo degli dei”.

Laura Uglietti