Rocco Schiavone e la Valle d'Aosta nel piccolo schermo: recensione di Tiziana Tuzza

 

Giallini convince e inquieta perché è una maschera segnata dal tempo e dalla vita, se ne frega di tutto e di tutti a partire dal clima che lui ritiene infernale

Con questa recensione dello sceneggiato televisivo Commissario Schiavone, inizia la collaborazione di Aostaoggi con Tiziana Tuzza.
Romana, appassionata di cinema e televisione, dalla prossima settimana ogni venerdì ci guiderà nella scelta dei film e delle serie da vedere sul piccolo schermo.

schiavone-roccofotogrx530

Neve ghiaccio temperature rigide, colori freddi e umidi: Aosta appare così agli occhi degli spettatori che mercoledì e ieri sera si sono incollati alla tv per vedere dopo circa 40 giorni di 'battage' pubblicitario, interviste a protagonisti e autore, in prima serata su Rai2 la serie del Commissario 'Rocco Schiavone' per la regia di Michele Soave uno specialista di horror e thriller italiani.

Giallini nei panni di Schiavone convince e inquieta perché è una maschera segnata dal tempo e dalla vita, se ne frega di tutto e di tutti a partire dal clima che lui ritiene infernale. A ciò va aggiunta l'insubordinazione ai superiori e l'abitudine di iniziare la giornata con una 'canna'. Caratteristiche che ne delineano l'inconfondibile profilo. Insomma un cane sciolto, un uomo solo, l'esempio del politicamente scorretto. Ruvido cinico tormentato e gioca sporco, così viene presentato nelle anticipazioni, e non possiamo che confermarle.

Già questo vice questore sta facendo parlare di sé per come si pone al pubblico tanto da aver fatto scomodare alcuni politici, Gasparri, Giovanardi e Quagliarello, preoccupati del messaggio sbagliato che la Tv pubblica lascia passare attraverso la penna di Antonio Manzini.

Nell'attesa di scoprire se l'azione di denuncia dei Senatori andrà avanti e quali conseguenze sortirà, intanto noi ci siamo goduti la seconda puntata. Decisamente più avvincente della prima. Stavolta vediamo il vice Questore più affiatato con i suoi collaboratori, al punto tale da cercarne la compagnia, a cena, proprio nel giorno del compleanno della moglie,  morta in circostanze che ancora non ci sono state chiarite, nove anni prima.  
Cominciamo a conoscere questo personaggio e... ci piace.

La fotografia e le scene sono cupe. Dominano le tinte scure e le riprese notturne, sotto la neve, della quale se ne percepisce l'umidità. Questa scelta, da parte del regista, ricorda i film della Trilogia Millennium di Stieg Larsson di produzione scandinava, dove tutto sembrava passare attraverso un filtro grigio/blu sembrando distante.

Al contrario, il nostro prodotto televisivo viene ammorbidito dall'umanità che piano piano rilascia il protagonista che non ha nulla della cinicità che vuole farci credere nelle prime scene.

Anzi, e lui lo dice spesso alla moglie che gli appare continuamente, quando risolve un caso si sente sporco perché si sente addosso i crimini che altri commettono, e ora che cominciamo a prendere confidenza con Rocco, ci accorgiamo che è proprio vero.

 

Tiziana Tuzza

Pin It

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075