vaccino

Vaccini, il Consiglio di Stato: Sì all'obbligo nell scuole infanzia

Stampa

 

"Copertura può non essere interesse del singolo, ma sicuramente lo è per collettività". Zaia: "Rispettiamo parere"

Netta bocciatura da parte del Consiglio di Stato al Governatore Luca Zaia. E' infatti arrivato il parere di Palazzo Spada sul quesito posto dalla Regione Veneto sulla legitimità o meno della decisione del Parlamento di consentire l'ingresso a  scuola solo ai bambini che comprovino l'avvenuta vaccinazione contro tutta una serie di malattie.

"Il Consiglio di Stato - si legge in un comunicato dell'ufficio Stampa del Consiglio di Stato - , in risposta a un quesito del Presidente della Regione Veneto, ha reso un parere sull’interpretazione della normativa vigente in materia di obbligo vaccinale (decreto-legge n. 73/2017). In particolare, nel parere si è chiarito che, già a decorrere dall’anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l’avvenuta vaccinazione". Nel suo parere, il Consiglio di Stato sottolinea che "la copertura vaccinale può non essere oggetto dell'interesse di un singolo individuo, ma sicuramente è d'interesse primario della collettività". E aggiunge che "la sua obbligatorietà può essere imposta ai cittadini dalla legge, con sanzioni proporzionate e forme di coazione indiretta variamente configurate". Ne consegue dunque che ostacolare le vaccinazioni "vulnera immediatamente l'interesse collettivo, giacché rischia di ledere, talora irreparabilmente, la salute di altri soggetti deboli".

Il Consiglio di Stato spiega poi che "la Costituzione non riconosce un'incondizionata e assoluta libertà di non curarsi o di non essere sottoposti trattamenti sanitari obbligatori (anche in relazione a terapie preventive quali sono i vaccini), per la semplice ragione che, soprattutto nelle patologie ad alta diffusività, una cura sbagliata o la decisione individuale di non curarsi può danneggiare la salute di molti altri esseri umani e, in particolare, la salute dei più deboli, ossia dei bambini e di chi è già ammalato".

Va ricordato che in un primo momento Zaia aveva provato a disattendere la normativa in materia, voluta fortemente dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per poi ripiegare su un ricorso alla magistratura. Ora quel ricorso viene dunque sostanzialmente respinto.

Dal canto suo il governatore del Veneto prende atto della decisione. "Il parere al Consiglio di Stato sulle modalità di applicazione della legge nazionale sui Vaccini lo avevamo chiesto noi - commenta il Governatore del Veneto -, quindi ne rispettiamo totalmente le conclusioni. Ci riserviamo peraltro di leggerne integralmente i contenuti, aldilà delle anticipazioni avute tramite le Agenzie".  "Resta in piedi - aggiunge però subito dopo - il nostro ricorso alla Corte Costituzionale, che è anche stato aggiornato sulla base della conversione nella legge 119 del Decreto Lorenzin sull'obbligatorietà dei Vaccini, la cui discussione è stata proprio oggi fissata dalla Consulta per il 21 novembre 2017 in udienza pubblica".

Soddisfatta il Ministro dell'Istruzione che sottolinea come l’esito del parere "rafforza e consolida la posizione del Ministero dell'Istruzione e di quello della Salute: già da quest'anno scolastico è necessario presentare la documentazione che prova l'avvenuta vaccinazione delle bambine e dei bambini per accedere ai servizi educativi per l'infanzia. Si tratta di un obbligo di legge attraverso il quale puntiamo a garantire alle nuove generazioni due importanti diritti costituzionali, quello alla salute e quello all'istruzione".

 

Clara Rossi