Inchiesta corruzione, il gip: "da indagati propensione delinquenziale contro la P.A."

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L'ordinanza di arresto del GIP di Aosta: "chiarire i rapporti tra Rollandin e Accornero"

Tribunale-interox530

AOSTA. Un uomo che agiva con «modi molto arroganti e aveva poteri decisionali molto forti» potendo contare anche sulla «totale fiducia» dell'ex presidente della Regione Augusto Rollandin che gli aveva dato sostanzialmente una «delega in bianco». Questa l'immagine che emerge nell'ordinanza di arresto del gip Davide Paladino di Gabriele Accornero, finito ieri ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione per un presunto scambio di favori con imprenditori amici attraverso il suo incarico all'interno dell'Associazione Forte di Bard.

Il ruolo di Rollandin

Nell'ordinanza il giudice scrive di un ruolo «tutt'altro che secondario» di Augusto Rollandin (indagato) che «nell'ambito delle condotte illecite fin qui disvelate appare, ad oggi, anche per la cautela con cui il personaggio pare muoversi, solo parzialmente definito». «Dovranno, in particolare, essere acclarati i rapporti intercorrenti tra Rollandin e Accornero, considerato che quest'ultimo, come sin qui emerso, è uomo di totale fiducia del primo e ha agito all'interno del Forte di Bard in virtù di una delega di poteri incondizionata da parte dell'ex presidente della Giunta regionale», scrive il giudice.

Inoltre il recente cambio di governo ha «permesso al partito di Rollandin, l'Union Valdotaine, di ritornare in maggioranza, il che potrebbe favorire la posizione di Accornero all'interno della compagine regionale e delle società partecipate della Rava». Accornero, afferma il giudice, «non si è affatto rassegnato alla perdita del proprio potere personale, quale conferitogli dal predetto incarico, e sta operandosi fattivamente per riguadagnare prestigio e influenza».

Propensione delinquenziale contro la P.A.

In un altro passaggio l'ordinanza riporta che «gli elementi descritti rivelano una propensione delinquenziale decisa da parte degli indagati nel settore dei delitti contro la pubblica amministrazione».

L'offerta di lavoro

Nell'ordinanza il gip fa riferimento all'offerta di un lavoro da parte dell'imprenditore Cuomo (anch'esso ai domiciliari) all'ex marito dell'assessore regionale Emily Rini. Una vicenda «invero inquietante», scrive.

L'offerta di assunzione «appare sintomatica della spregiudicatezza del Cuomo che, per compiacere tramite l'intermediazione dell'avvocato Giunti, una figura politica di spicco del movimento politico guidato da Rollandin, si era reso disponibile ad assumere l'ex coniuge, senza averne alcuna necessità effettiva, solo per consolidare la sua rete clientelare».

Nell'ordinanza il gip fa anche riferimento alle dichiarazioni dell'ex marito il quale ha spiegato al pm che Rini avrebbe «chiesto a Rollandin se fosse possibile trovarmi un lavoro». «Tali circostanze sono state sostanzialmente confermate dalla stessa Rini, sentita dal pm», si legge.

L'ex marito ha raccontato che durante la cause di separazione «entrò anche Cuomo, che si presentò e che diede al presidente Scuffi il 'foglio', ritengo il contratto di lavoro che io avrei dovuto sottoscrivere». Successivamente nella sede del Caseificio Valdostano l'ex marito avrebbe incontrato Cuomo e il consulente del lavoro «Matteo Frattini» (uno degli indagati, ndr), che «mi fece una sorta di lavaggio del cervello, dicendo che avrei dovuto accettare l'offerta».

«Rapporti inopportuni»

Rini sentita dal pm ha anche commentato i rapporti tra Rollandin e Accornero. «Sono rimasta colpita, da cittadina, dal fatto che ci fossero rapporti quantomeno inopportuni tra un imprenditore e enti pubblici. Io ho fatto anche presente a Rollandin dell'inopportunità di certi comportamenti di Accornero, ma su questo Rollandin era irremovibile perchè aveva un'opinione ottima di Accornero, una totale fiducia in lui e non accettava minimamente che lo si mettesse in discussione».

 

Marco Camilli