Dall'economia della Valle d'Aosta «un po' di segnali positivi»

Dall'economia della Valle d'Aosta «un po' di segnali positivi»

Disoccupazione all'8,5%. In difficoltà il lavoro autonomo e i contratti precari compensano il calo del tempo indeterminato

AOSTA. Nella prima parte del 2017 l'economia della Valle d'Aosta ha mostrato ulteriori segnali di miglioramento. E' merito soprattutto del turismo e dell'industria che influenzano in positivo l'andamento generale, nonostante non manchino difficoltà in alcuni settori.

Il quadro è tracciato dalla periodica indagine svolta dalla Banca d'Italia e presentata oggi. «Finalmente l'economia fa rilevare un po' di segnali positivi, se ne avvertiva la necessità», ha commentato la responsabile della filiale aostana Angelica Pagliarulo illustrando, insieme al coordinatore Roberto Cullino, i dati dell'anno in corso.

Nell'indagine emerge ancora una volta come siano i servizi, in particolare il turismo, e l'industria manifatturiera a fare da traino per l'economia di tutta la regione. L'industria, specialmente le imprese di medio-grandi dimensioni, segna una dinamica di produzione positiva legata all'aumento delle esportazioni (la metallurgia copre il 60% dell'export complessivo) e il turismo continua a crescere. Più in generale nei servizi il 55% delle imprese segnala un aumento del fatturato nei primi nove mesi dell'anno.

Le costruzioni al contrario patiscono la lunghissima crisi: lavoratori e ore lavorate sono in calo praticamente ininterrotto dal 2008. L'attività è debole nel comparto residenziale e l'ammontare delle gare pubbliche, nonostante un aumento che fa presumere in prospettiva un andamento favorevole, rimane pari a meno della metà della media semestrale dell'ultimo decennio. Nel secondo trimestre dell'anno il settore registra -20,5% di occupati dopo il -16,8% del primo trimestre.

Lavoro

L'occupazione è diminuita del 2,7% tra i lavoratori autunomi ed è rimasta stabile quella alle dipendenze, ma solo grazie alla crescita dei contratti a tempo determinato che compensa il segno "meno" del tempo indeterminato. Nel primo semestre, rispetto al 2016, i dati indicano un aumento dell'occupazione nella fascia d'età 55-64 anni (+2,2%) e una diminuzione tra i più giovani (-2%) e di pari passo una crescita al 30% della disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) a fronte di un calo, seppure modesto, per i più anziani (al 6,1%). Il tasso di occupazione generale è al 66,3% (-0,1% sul 2016) e quello di disoccupazione all'8,5% (-0,2%).

Credito

Bankitalia rileva il consolidamento della ripresa del credito legato soprattutto alle famiglie per mutui immobiliari, favoriti dai tassi di interesse bassi indirizzano la domanda sempre più verso i contratti a tasso fisso (68% dei nuovi mutui).

Le imprese dell'industria e dei servizi registrano un miglioramento della redditività e della liquidità e questa situazione comporta una domanda di credito delle imprese debole. L'andamento comunque è variabile a seconda dei settori: aumenta nel terziario, diminuisce nella manifattura e costruzioni.

Risparmi
Infine uno sguardo al risparmio finanziario. Bankitalia rileva a giugno una crescita dello 0,7% dei depositi bancari di famiglie e imprese nonostante i tassi di interesse vicinissimi allo zero dei conti correnti. I dati aggregati rivelano inoltre uno spostamento delle preferenze delle famiglie, per quanto riguarda gli strumenti finanziari, dai titoli di Stato e dalle obbligazione bancarie a quote di fondi comuni. Esiste però anche il fenomeno delle famiglie che preferiscono mantenere i soldi sotto il classico materasso. Questa abitudine è impossibile da censire in questo tipo di indagini - il rapporto di Bankitalia, basata sulle audizioni delle banche, non fornisce indicazioni di questo genere -, ma una conferma arriva dalle persone che periodicamente si recano negli uffici della sede di Aosta per farsi cambiare banconote danneggiate.

 

Elena Giovinazzo

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