Casinò di Saint-Vincent in "rosso" per 21 milioni: rischio fallimento sempre più vicino


Costo del lavoro in aumento a 54 milioni, cala il fatturato. Pagamenti a rischio già da settembre

Casinò de la Vallée

SAINT-VINCENT. Una perdita di oltre 21 milioni e mezzo di euro, incapacità di far fronte ai pagamenti già dal mese appena iniziato e fatturato in calo. Sono alcuni degli aspetti che emergono dal bilancio 2017 del Casinò de la Vallée che l'assemblea dei soci dovrà esaminare il prossimo 14 settembre.

Costo del lavoro in aumento e fatturato in calo
La situazione, era noto, è grave e il bilancio non fa altro che confermarlo. Nella relazione che accompagna il documento il collegio sindacale spiega: «L'analisi dell'origine della perdita d'esercizio porta a considerare che la stessa è generata in parte dall'ancora elevato costo del lavoro (che ha subito un aumento in percentuale del 5,1%, pari a 2,6 mln di euro, passando da 51,6 a 54,2 mln) in particolare se parametrato ai volumi di fatturato». Sull'esercizio 2017 «incidono pesantemente gli accantonamenti obbligatori correlati alla procedura cosiddetta Fornero», per 12,3 milioni di euro, gli «elevati ammortamenti tecnici» ed i «ridotti volumi di fatturato» che risultano in calo di quasi 2 milioni di euro (-3,1 per cento).

Niente finanziamenti dagli istituti di credito
In questo scenario viene considerato anche "il consolidamento delle linee di credito in essere al mese di marzo 2017, pari a complessivi 20 milioni di euro circa, e l'aggiunta di ulteriori finanziamenti dal sistema bancario per 15 milioni di euro, sono entrambi obiettivi che non si sono realizzati, neanche in parte, in quanto gli istituti di credito, per ragioni non riconducibili all'andamento dell'attività sociale, non si sono dichiarati disponibili a concedere nuovi finanziamenti a medio lungo termine senza il rilascio di ulteriori garanzie».

Piano di ristrutturazione aziendale non idoneo
I sindaci evidenziano nella relazione che il piano di ristrutturazione aziendale «non si è dimostrato idoneo a evitare l'aggravarsi della crisi, a correggerne gli effetti e ad eliminarne le cause. Il raggiungimento dell'equilibrio economico e finanziario della società - si legge - non è ad oggi ipotizzabile che avvenga nelle tempistiche previste dal piano originario, stante la forte criticità finanziaria, indubbiamente correlata alle costose procedure 'Fornero' per l'esodo dei dipendenti, oltre che al mancato riequilibrio economico che ancora caratterizza i risultati di esercizio nonostante le riduzioni dei costi operativi».

Società non in grado di far fronte ai pagamenti
In questo contesto, il collegio sindacale sottolinea le «incertezze significative in tema di continuità aziendale per le forti criticità riferibili alle capacità dell'azienda di far fronte ai pagamenti alle scadenze nel breve/brevissimo termine quanto alla sostenibilità economica della gestione ordinaria e di possibili accadimenti straordinari». Inoltre, con riferimento alla liquidità aziendale «già dal prossimo mese di settembre, in assenza di interventi, la società non sarà più in grado di far fronte ai pagamenti».


Marco Camilli

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