La fattura elettronica bocciata dalle piccole e medie imprese

La fattura elettronica bocciata dalle piccole e medie imprese

Al costo si somma la difficoltà di gestione del software e c'è chi rinuncia a fatturare

AOSTA. Dal 6 giugno 2014 è entrato in vigore l'obbligo per tutti i fornitori di emettere le fatture in formato elettronico nei confronti di Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti di previdenza (L. n.244/2007). Questo metodo di fatturazione dovrebbe diminuire i costi della gestione amministrativa delle fatture, ma di fatto, per molti enti e piccole medie imprese si è rivelato un problema. Per poter emettere una fattura in formato digitale è infatti necessario scaricare un software apposito, che costa circa 99 € l'anno, e imparare ad usarlo. Inoltre, con il software è possibile emettere la fattura solo da parte del proprietario del programma stesso, quindi non si può condividere il programma tra più persone.
La situazione ha creato qualche malcontento e disorientamento, perché alcuni commercianti e piccoli imprenditori con crediti verso la pubblica amministrazione si trovano a dover pagare un software da quasi 100 euro annui a fronte magari di una fattura di qualche euro in più.
Il nuovo sistema ha preso in contropiede sia i commercianti che i commercialisti, i quali non hanno ancora installato il programma per fare questo tipo di fatturazione.

Ci si trova davanti a due vie: comprare il software o scaricarne uno gratuito, ma non è così semplice come sembra. In effetti, l'amministrazione del Lazio ha reso disponibile il programma gratuitamente, ma si è poi rivelato di difficile gestione. Il software, infatti, presenta una serie di problematicità a livello di programmazione e richiede delle skills particolari per gestirlo se non si ha una conoscenza più che ottima di programmi di database come oracle, microsoft access e altro.
Chi fornisce le amministrazioni pubbliche in modo continuativo e con alti fatturati non ha nessun problema a far fronte all'ammontare del costo del programma per fare questo tipo di fatturazione, ma le piccole imprese preferiscono rinunciare a prendere i soldi della fattura piuttosto che spenderne per installare il programma. E' quello che è accaduto anche in alcune piccole realtà valdostane che possono essere ristoranti che forniscono i servizi pasto per le forze dell'ordine o altre realtà che offrono prestazioni a enti pubblici.

 

Federica Cristiani

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