Bankitalia: economia della Valle d'Aosta è in graduale recupero

 

Il quadro generale caratterizzato da luci (turismo) e ombre (costruzioni). Pesa il taglio degli investimenti della PA

Confe-bankitalia2016AOSTA. E' un'economia sempre più a trazione turistica quella che permette alla Valle d'Aosta di intravedere spiragli di luce alla fine del tunnel della crisi. La fine delle difficoltà tuttavia è ancora lontana specialmente per il settore delle costruzioni, che rimane fondamentale per la nostra regione. A tirare le somme della situazione è l'annuale rapporto della Banca d'Italia relativo al 2015 e intitolato proprio "L'economia della Valle d'Aosta", presentato alla stampa questa mattina nella sede aostana di via Conseil des Commis e al centro di un convegno che si svolgerà oggi pomeriggio all'Università della Valle d'Aosta.

L'indicazione che emerge dai dati è chiara: l'economia della Valle d'Aosta è in graduale recupero ma «ancora caratterizzata da luci e ombre. Alcuni settori registrano segnali di ripresa positivi, altri segni di sofferenza» ha sintetizzato il direttore della filiale di Aosta Angelica Pagliarulo. Le indicazioni positive provengono dai servizi, turismo in primis, mentre le peggiori ancora una volta arrivano dall'edilizia, che continua a pagare un carissimo prezzo.

Per il turismo, la Banca d'Italia conferma la significativa ripresa registrata lo scorso anno e che si protrae nella prima parte del 2016. Il merito è del ritorno dei turisti italiani che, dopo due anni difficili, sono tornati a frequentare le località valdostane. Anche la presenza di turisti stranieri continua a crescere a ritmo più contenuto e costante.

A fare da contraltare ci sono industria ed edilizia. La prima registra l'andamento peggiore della media italiana (insieme all'agricoltura) e paga anche la quasi totale inesistenza di uno sbocco all'estero che non ha permesso al settore di beneficiare dell'andamento dell'export. La seconda, che ha un peso decisamente più importante sull'economia globale regionale, è pesantemente danneggiata dal crollo degli investimenti della pubblica amministrazione. Gli appalti mantenevano in vita le tante imprese del settore bilanciando la scarsa domanda interna: le casse pubbliche hanno ridotto di un terzo gli investimenti complessivi, le aziende devono far fronte a saldi negativi, ritardi nei pagamenti, una riduzione del prestito che porta ad una ulteriore contrazione degli iscritti alla cassa edile (-9,9%), delle ore lavorate (-9,7%) e delle imprese iscritte (-7,6%). Soltanto i recenti progetti di edilizia scolastica danno un po' di respiro ad un settore che sconta anche un mercato immobiliare fermo e prezzi in continua discesa.

Il valore aggiunto dell'economia valdostana tuttavia resta sempre l'Amministrazione pubblica che riveste un ruolo di «grande ammortizzatore» nell'economia valdostana. Bankitalia ha calcolato che, da sola, vale un quinto del Pil regionale e un quarto dell'occupazione. Gli investimenti, in particolare dal 2010, però si sono ridotti di ben un terzo e anche la spesa corrente ha subito una battuta d'arresto importante (-12 per cento).

Occupazione e Pil

La situazione eterogenea vista fin qui si riflette fedelmente sul mercato del lavoro. L'occupazione nel settore del commercio e del turismo è in crescita, quello dell'industria e delle costruzioni è in calo. Il risultato è un tasso di disoccupazione stabile all'8,9% che può essere considerato positivo se confrontato con la situazione vissuta nel resto d'Italia e allo stesso tempo negativo se si tiene conto del dato storico della Valle d'Aosta.

Gli effetti sul Pil sono negativi. Nel periodo 2007-2014 quello della Valle d'Aosta è calato del 2,6%, comunque meglio del 9 per cento del dato nazionale.

Credito

Dati positivi arrivano sul versante del credito bancario per le famiglie. Il trend di crescita rilevato già da metà 2014 è confermato nel 2015 (+2,1%) e sembra rafforzarsi ulteriormente nel 2016 (+2,9% a marzo). Più di una famiglia su quattro in Valle d'Aosta è indebitata (in Italia sono poco più di un quarto) tra mutui (21% contro il 14,7% del dato nazionale) e prestiti per l'acquisto di beni (29% rispetto al 14% del dato italiano). Il rapporto tra debito e reddito tuttavia è più basso rispetto al resto d'Italia.

La situazione cambia per le imprese. Per loro continua la corsa verso il basso iniziata alla fine del 2011 anche se il tasso di variazione è passato dal -4,5% del dicembre 2015 al -3,7% del marzo 2016. Anche sotto questo aspetto il dato specifico varia in base al settore: per i servizi il tasso è progressivamente migliorato nel 2015 al contrario di quanto accaduto per costruzioni e soprattutto manifattura. Nel complesso quindi l'andamento del credito bancario resta negativo: -2,3% nel 2015 e -1,2% nel 2016.

Gli indicatori territoriali

Nel rapporto sull'economia valdostana la Banca d'Italia propone anche una panoramica generale sulla situazione della nostra regione legata agli indicatori territoriali Istat che mettono in luce i punti di forza e di debolezza del sistema. La Valle d'Aosta ha una "buona posizione" se si tiene conto dell'inclusione sociale, della sostenibilità dell'occupazione e della tutela dell'ambiente mentre mostra dei "forti ritardi" su profili importanti per il futuro quali istruzione e formazione professionale; ricerca e innovazione; competitività delle imprese.

 

Elena Giovinazzo

 

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