Via libera al Def: crescita più lenta, taglio del debito rinviato al 2017

Via libera al Def: crescita più lenta, taglio del debito rinviato al 2017

 

Renzi: «Siamo stati super-prudenti con i numeri». Padoan: «Previsioni inflazione troppo ottimistiche. Privatizzazioni vanno avanti»

L'economia italiana crescerà un po' meno del previsto quest'anno, con un deficit e un debito che saliranno ancora per poi tornare a scendere a partire dal prossimo anno. Sono questi, in estrema sintesi, i punti della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def) 2016 che il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato nella serata di ieri. Nota propedeutica alla legge di bilancio che dovrà essere presentata in Parlamento entro il 20 ottobre per il via libera.

La parola d'ordine è comunque «prudenza» e «trend in miglioramento», come ha ribadito più volte il presidente del Consiglio. Il Pil sarà più basso di quanto preventivato ad aprile (1,2%) e raggiungerà quest'anno lo 0,8% per poi salire all'1% il prossimo anno. Il deficit si attesta al 2,4% - cioè due decimali in più rispetto all'1,8% che era stato indicato finora a cui si aggiunge un +0,4% relativo a circostanze eccezionali per sisma e migranti, una decina di miliardi circa aggiuntivi a disposizione dell'esecutivo – per poi scendere al 2% nel 2017, mentre il rapporto debito/pil raggiunge il 132,8% nel 2016 e scende nelle previsioni al 132,2% il prossimo anno. «Il debito/Pil non scende, lo ammetto - ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan - le previsioni di inflazione erano troppo ottimistiche».

«Siamo stati super-prudenti, abbiamo utilizzato grandissima attenzione con dei numeri prudenti. Verificheremo se questi numeri, come io spero e credo, saranno corretti al rialzo» ha detto Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Dall'Europa non arriverà nessun aiuto: «Non c'è flessibilità perché si è deciso che vale una volta sola. Per me è un errore ma rispettiamo questa regola. C'è lo 0,4 di circostanze eccezionali che è un'altra cosa». In sostanza, ha ammesso il premier, «il titolo è: il deficit va giù, il pil va su, ma sono due misure che continuano ad andare nella stessa direzione. Via le clausole di salvaguardia, lo decidiamo con la legge di bilancio ma le tasse non aumenteranno» anche se, ha ammesso, la pressione fiscale «non è ancora stimata, perché le misure ancora non ci sono». In ogni caso, ha concluso Renzi, «mostriamo l'ennesimo miglioramento» del rapporto deficit/Pil che era «al 3% nel 2014, al 2,6% 2015, del 2,4 nel 2016 e del 2» nel 2017, ritornando «ai livelli più bassi dal 2007».

Confermato infine da Padoan il programma delle privatizzazioni: «Va avanti, è stato rallentato per la volatilità particolarmente elevata quest'anno dei mercati finanziari. Non stiamo con l'acqua alla gola, non vogliamo svendere. Abbiamo un sentiero che continuerà nel 2017».

 

Clara Rossi

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