Rischio povertà in Valle d'Aosta, rapporto della Cgil

 

Secondo l'indagine più di 9 valdostani su 100 hanno difficoltà a pagare bollette, a fronteggiare spese improvvise o a permettersi una lavatrice

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AOSTA. Ha più di 65 anni o rientra nella fascia d'età 35-44, vive da solo e in affitto, è di nazionalità italiana e abita ad Aosta o in uno dei Comuni più popolati della Valle: è questo l'identikit del valdostano maggiormente esposto al rischio povertà. Il profilo è stato tracciato dalla Cgil Valle d'Aosta con uno studio presentato ieri e commissionato all'Istituto di ricerche Ires Lucia Morisini di Torino e frutto del confronto di dati statistici con quelli dei Caaf valdostani su Isee e dichiarazioni dei redditi.

L'ampia e dettagliata fotografia della Valle d'Aosta che emerge dal Rapporto è quella di una regione in cui la fascia di popolazione esposta al rischio povertà ed eclusione sociale è in aumento dal 17,5 al 17,9 per cento (dato superato solo da Piemonte e Liguria nel Nord Ovest) ed una realtà in cui il Pil pro capite rimane sì tra i più alti d'Italia, ma ha anche conosciuto nell'ultimo decennio (1995-2005) una riduzione di 12,3 punti percentuali, ben più ampia anche di quella nazionale (8,7 per cento). Il rapporto svela che nel 2015 circa 7,2 famiglie ogni 100 si trovano in situazione di povertà relativa ed il loro numero è aumentato costantemente dal 2013. Secondo l'indagine inoltre 9,4 valdostani su 100 (dato stabile tra 2014 e 2015) sono in stato di grave deprivazione, hanno cioè difficoltà a pagare le bollette, i mutui o le rate dei prestiti, a sostenere le spese di riscaldamento, a far fronte a spese impreviste e non potersi permettere una lavatrice, un telefono o l'automobile.

poverta-cgilconfex350Il Rapporto sulla povertà in Valle d'Aosta pone l'accento sull'aumento dei "Neet", i giovani che non lavorano e non studiano, sull'esposizione al rischio povertà che riguarda soprattutto i lavoratori precari ma anche i migranti, gli anziani e i giovani e l'incidenza sul disagio che hanno la solitudine, i divorzi e le separazioni, i problemi come tossicodipendenza e alcolismo, l'abbandono scolastico.

Nel quadro generale, dice inoltre l'indagine, pesa la forte dipendenza della Valle dalla spesa pubblica e la ridotta apertura ai mercati esteri, nonostante la posizione di "carrefour d'Europe". La ricerce indica infine un peggioramento del welfare negli ultimi 5 anni: "nel contesto di una progressiva riduzione delle risorse pubbliche - rileva il rapporto -, gli obiettivi che le politiche sociali dovrebbero perseguire sono quantomeno il mantenimento dei livelli attuali, evitando ulteriori tagli che penalizzerebbero le fasce più deboli, ma più in particolare una “razionalizzazione” degli interventi".

 

Marco Camilli

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