Pa, Bruxelles all'Italia: rispettare la direttiva sui ritardi di pagamento

Pa, Bruxelles all'Italia: rispettare la direttiva sui ritardi di pagamento

 

Obiettivo proteggere le Pmi nei loro rapporti commerciali ed evitare “impatti negativi”. Per il nostro Paese rischio deferimento

Rispettare la direttiva sui ritardi di pagamento per proteggere le Pmi nei loro rapporti commerciali. È quanto chiede la Commissione europea all’Italia e ad altri tre paesi (Grecia, Slovacchia e Spagna) per evitare “impatti negativi” sulle imprese in quanto, “oltre a incidere su liquidità e flusso di cassa e a complicare la gestione finanziaria, ne ostacolano la crescita”.

“I ritardi di pagamento pesano fortemente sulle imprese europee, in special modo su quelle più piccole. Poter contare su pagamenti puntuali da parte dei contraenti consente alle imprese di espletare le loro attività e di rispondere alle aspettative dei loro clienti e dipendenti. Chiedendo agli Stati membri di rispettare le norme in materia di ritardi di pagamento proteggiamo le imprese e sosteniamo la competitività dell'Ue”, ha sottolineato Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le Pmi.

La direttiva contro le morosità rafforza i diritti dei creditori grazie all'introduzione di termini di liquidazione da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche nell'acquisto di beni o servizi. Qualora i termini stabiliti per il pagamento non siano rispettati la direttiva consente alle imprese di ottenere un risarcimento equo. “Per scoraggiare il fenomeno dei ritardi di pagamento è particolarmente importante che le amministrazioni pubbliche diano il buon esempio pagando i propri fornitori in modo rapido e trasparente”, spiega la Commissione Ue che chiede agli Stati membri di intervenire e in particolare all’Italia di ovviare ai “ritardi di pagamento eccessivi da parte delle amministrazioni pubbliche” con parere motivato. I 4 Stati membri dispongono ora di due mesi di tempo per comunicare alla Commissione i provvedimenti adottati al fine di porre rimedio a tale situazione. La Commissione può altrimenti decidere di deferire l'Italia, destinataria di un parere motivato, alla Corte di giustizia dell'Ue.

 

Clara Rossi

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