Elezioni politiche, "servono uomini liberi dai lacci della vecchia politica"

Intervista al dott. Franco Brinato

brinato-franco3I nostri lettori la conoscono per la rubrica settimanale di successo sulla salute. Ma oltre al medico del pronto soccorso di Aosta cosa fa e chi è Franco Brinato ?
Sono nato in Germania da una famiglia di emigranti Calabresi. All'età di 18 anni mi sono trasferito per motivi di studio dalla Calabria a Roma dove ho iniziato e completato gli studi universitari. Nel 2000, invitato da un gruppo di amici dell'università, ho visitato la Valle d'Aosta e sono rimasto affascinato dalla bellezza straordinaria di questa terra. Ho così deciso di stabilirmi definitivamente ad Aosta con la mia famiglia. L'amore per il mio lavoro nel pronto soccorso e sul territorio come medico dell'emergenza 118 e il contatto continuo con il dolore e la sofferenza, hanno contribuito ad aumentare la mia sensibilità verso il prossimo e a capire il bisogno altrui, al punto tale che negli ultimi anni mi dedico, oltre che al mio lavoro e alla mia famiglia, alla cura dei malati oncologici e al sostegno dei malati cronici e con grave disabilità, privi di rete famigliare e sociale e soprattutto in stato di bisogno, fondando l'associazione Alma.

Il suo quotidiano contatto con il territorio in un periodo di così grande disagio e incertezza sociale culturale quale messaggio le sta fornendo ?
Come medico e come cittadino valdostano a contatto continuo con la gente mi rendo conto che mentre politici, amministratori, esperti in economia parlano a gran voce di crisi globale, senza affrontare il problema in maniera concreta, nessuna attenzione viene rivolta ai suoi effetti negativi sul benessere psicologico delle persone. Precariato, disoccupazione instabilità lavorativa, mancanza di prospettive economiche, la paura di non creare un futuro per i  propri figli, comporta una sere di conseguenze profonde e mettono in discussione il futuro delle persone, creano problemi di autostima e gettano i cittadini in una costante instabilità emotiva.

Un motto abusato da tanti politici Italiani è "cambiare si può", ma è possibile cambiare in Valle d'Aosta?
Solo la forza di volontà, l'altruismo, la conoscenza concreta dei bisogni altrui, la condivisione dei problemi, la preparazione e la professionalità degli amministratori, ma soprattutto l'amore per il prossimo e per la propria terra costituiscono gli elementi di cambiamento capaci di garantire un futuro ai cittadini valdostani. Di conseguenza sì, è possibile cambiare nonostante le limitazioni che quotidianamente ci vengono imposte.

Il distacco tra la gente e le istituzioni politiche pare ai massimi storici nell'Italia del dopo guerra. Quale potrebbe essere la ricetta per invertire questa disaffezione?
L'organizzazione attuale dello stato e dell'amministrazione regionali è altamente burocratica, costosa, inefficiente e non rappresenta in maniera concreta i cittadini, sempre più distanti dalla politica. I politici sono sempre più attenti a salvaguadare la poltrona e meno vicini al fabbisogno dei cittadini. Bisogna entrare nell'ottica di una politica non fatta di imbrogli, compromessi e promesse non mantenute; è necessario ritornare ad un concetto di politica pragmatica che parta dal basso e dal bisogno della gente, cioè una politica ad esclusivo uso e consumo della cittadinanza con una classe dirigenziale fatta di uomini liberi dai lacci della vecchia politica.

Ultima domanda, pensa che sia possibile un futuro nuovo e migliore per la Valle d'Aosta ?

Un cambiamento culturale radicale, la nascita di un laboratorio di idee con un piattaforma progettuale di iniziative volte ad offrire occasioni concrete di confronto con i cittadini, con l'obbiettivo di affrontare concretamente le problematiche, secondo il mio parere è il modo giusto e concreto per assicurare un cambiamento e un futuro al nostro straordinario territorio.

 

Marco Camilli

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