Cognetta, "dal M5s cinque anni di illazioni e colpi bassi"

Cognetta, "dal M5s cinque anni di illazioni e colpi bassi"

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AOSTA. Dal Movimento 5 stelle a Mouv come indipendente. Quali motivazioni ti hanno spinto a ricandidarti e cosa rispondi a chi ti accusa di tradimento?
«Il tradimento secondo me è altro, è quando qualcuno si traveste e abbraccia a chiacchiere i principi di un certo gruppo ma in realtà non li porta avanti e soprattutto cerca di mettere in cattiva luce chi invece lo fa. I valori del M5s, al di là di quello che sta succedendo adesso, sono presenti nella società da sempre ed alcuni si rifanno addirittura al Vangelo. Ognuno poi nella vita fa delle scelte che possono essere più o meno condivise, ma l'importante è farle in modo consapevole e credo che, visto tutte le persone che lo hanno chiesto, fosse giusto ricandidarmi. Come? Senza iscrivermi ad un nuovo partito e continuando la mia attività. Devo anche dire che in questi cinque anni ho avuto dal M5s solo critiche, illazioni, colpi bassi, insomma tutto tranne che aiuto per il lavoro che ho fatto e che sta dando i suoi frutti: è di oggi (ieri per chi legge, ndr) la pubblicazione dei nomi di chi ha preso tutti i soldi (i vitalizi dei consiglieri regionali, ndr)».

La linea politica nei confronti di alcuni rappresentanti delle forze autonomiste cambierà? Potremo vederti votare una maggioranza con Uv o Uvp?
«La domanda secondo me non è corretta fino in fondo. Qui non si tratta di votare Uv, Uvp, Stella Alpina o altro: se verrà fatta una maggioranza (ammesso che ci sia) bisogna vedere quali persone ne faranno parte. Posta così la domanda fa pensare che nell'Uv e nell'Uvp ci siano solo persone poco raccomandabili e non è così».

Allora una domanda più precisa: voteresti un governo Rollandin?
«La risposta è automatica: se con il voto determinante è stato fatto cadere, potrei forse votare una maggioranza con Rollandin? Apparte che non potrebbe riproporsi per legge, ma comunque non lo voterei di certo».

Che sogno hai per la Valle d'Aosta?
«Più che sogni ho la speranza che entrino in Consiglio regionale diciotto persone che hanno veramente a cuore la Valle d'Aosta. Nella passata legislatura ne ho incontrate due o tre e arrivare a diciotto sarebbe un grossissimo risultato. Se invece ce ne saranno di nuovo due o tre rivivremo ciò che è accaduto negli ultimi cinque anni, magari peggiorato perché avremo più persone con minor esperienza e abituate più a farsi i selfie che a lavorare».

In base ai risultati delle ultime elezioni politiche, il valore dell'autonomia sarà difeso o è a rischio?
«Vorrei fare delle precisazioni: nella campagna referendaria di fine 2016 mi sono impegnato per la difesa della Costituzione e dell'attuale autonomia contro partiti, a cominciare dall'Uv,  schierati apertamente per la modifica costituzionale. Oggi tutti dicono di voler difendere l'autonomia ed io l'ho sempre fatto. I miei ex omologhi di Bolzano parlano tedesco in Consiglio regionale e nessuno ha nulla da dire, ma se io facessi un intervento in francese sembrerebbe che mi sia venduto l'anima al diavolo. Se questa regione ha l'autonomia è perché gli è stata data e perché ci sono peculiarità e caratteristiche da preservare ed il fatto che finora sia stata gestita malissimo non è un buon motivo per toglierla. Quale sarebbe il vantaggio? Dovremmo piuttosto lavorare in funzione dell'autonomia per migliorarla, per potenziarla e per gestire meglio le risorse che abbiamo. Noi siamo autonomi, punto. Tutti dovrebbero esserne i difensori».

Marco Camilli