Polemiche e critiche chiudono i lavori del consiglio regionale

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Scontro in aula sulla mancata iscrizione di tre risoluzioni. Minoranza non vota e accusa: «così inizia il regime»

Consiglio vallevuotoAOSTA. Si è conclusa tra le polemiche la riunione di ieri del Consiglio regionale della Valle d'Aosta dopo che ai gruppi di minoranza (Uv, Uvp, Impegno Civico e M5s) è stata negata l'aggiunta di tre risoluzioni all'ordine del giorno della seduta.

I diciassette consiglieri di opposizione non hanno partecipato al voto lanciando accuse alla maggioranza di volersi sottrarre al confronto politico. «Le motivazioni che ci hanno portato a scrivere le risoluzioni sono assolutamente attinenti al lavoro fatto in questo Consiglio - ha detto il capogruppo Uv, Renzo Testolin -. Il regime parte da questi comportamenti e spiace vedere che consiglieri che si sono battuti per il confronto oggi si comportano in questo modo. Questa non è una scivolata iniziale - ha aggiunto -, è un precipizio che ci porterà ad una carenza totale di confronto. È una mancanza immonda nei confronti della Valle d'Aosta e dei suoi cittadini».

Il presidente dell'assemblea, Antonio Fosson, è stato accusato di essersi «comportato da presidente della maggioranza», come ha affermato Luigi Bertschy (Uvp).

Duro anche il giudizio di Alberto Bertin (capogruppo Impegno Civico): «è scandaloso non iscrivere le risoluzioni senza nemmeno darne spiegazione. Il presidente Fosson si è dimostrato inadeguato al suo ruolo».

I temi delle risoluzioni erano di attualità: la Commissione paritetica, gli esiti degli incontri di oggi a Roma con le Regioni e la richiesta di coinvolgimento dell'assemblea sulle scelte del programma di governo.

«Abbiamo ricevuto lezioni di coerenza, di rispetto, di regole nella passata Legislatura: oggi, invece, assistiamo ad un camaleontismo da parte di quegli stessi Consiglieri», il commento di Laurent Viérin (Uvp).


Elena Giovinazzo