Volontari antiaborto nelle strutture pubbliche, continuano le reazioni della politica

«Preoccupazione» di VdA Aperta e Potere al Popolo. PCP: «verificare rapidamente eventuali abusi»

Continuano le reazioni politiche alla segnalazione, giunta nei giorni scorsi dal Centro Donne contro la Violenza di Aosta, riguardo presunte pressioni contro l'aborto subite da donne che si erano rivolte alle strutture sanitarie pubbliche per interrompere la gravidanza.

«Le dichiarazioni del Centro Donne contro la Violenza di Aosta di questi giorni», scrive in una nota Valle d'Aosta Aperta, «fanno salire la preoccupazione, né ci basta la tiepida smentita dell'azienda Usl, sappiamo bene a quante pressioni siano sottoposte le donne, i consultori devono essere spazi sicuri». Secondo la coalizione «questa situazione non è tollerabile e pretendiamo un messaggio forte e chiaro da parte del Presidente della Regione che non ci saranno né ora né mai le associazioni antiabortiste all'interno dei presidi valdostani».

«Occorre verificare rapidamente e con decisione eventuali abusi o mancanze del rispetto della legge, per cui solleciteremo nelle sedi opportune i provvedimenti necessari e obbligatori», afferma il PCP in un comunicato. «In un momento in cui diritti acquisiti da oltre 40 anni nel nostro Paese vengono nuovamente messi in discussione, riteniamo che occorra mantenere alta l'attenzione e essere al fianco delle donne e delle associazioni che si battono per tutelarle».

Il riferimento di PCP è all'emendamento di Fratelli d'Italia per modificare la Legge 194 (all'interno di un provvedimento riguardante il Pnrr) per far la presenza di associazioni contro l'aborto all'interno dei consultori in tutta Italia. Un emendamento che VdA Aperta bolla come «ennesimo attacco di questo Governo al diritto di autodeterminazione delle donne».

Potere al Popolo interviene esprimendo «grande preoccupazione e rabbia alla notizia delle segnalazioni» del Centro Donne contro la Violenza. «Di fronte a simili comportamenti meschini, rivendichiamo il diritto delle donne all’aborto, diritto che deve essere garantito senza dover essere sottoposte a giudizi morali o pressioni da parte di nessuno, men che meno all'interno delle strutture sanitarie, dove il giudizio diviene un atto di violenza psicologica inaccettabile. Facciamo quindi appello a tutte le istituzioni valdostane affinché intervengano immediatamente per bloccare ogni tipo di interferenza di volontari antiabortisti nelle strutture sanitarie regionali».

 

 

Clara Rossi

 

 

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