Riforme, il premier Renzi: non decidere è anarchia, non democrazia

Il segretario alla direzione Pd lancia un messaggio a minoranza: Sì ai ritocchi, no ai ricatti

renzi-pd"Sostenere che in democrazia non vi debba essere chi decide non è democratico. È pericoloso ed è molto più simile a un concetto anarchico che democratico”. Questo atteggiamento è il "frutto di una malattia tipica del dibattito politico che io giudico pericolosa per noi". Il premier Matteo Renzi ha aperto così la direzione del Pd dedicata al tema delle riforme e della nuova legge elettorale. "Il mio auspicio è che questa sia l'ultima direzione in cui si discute di legge elettorale", ha premesso il segretario dem, annunciando un discorso "lungo, noioso, che usi un linguaggio di verità quanto mai utile per la situazione che stiamo vivendo e al limite dell'anti-diplomatico". Il premier ha anche ricordato che il suo governo non è nato perché "qualcuno ha staccato la spina" a Enrico Letta ma perché quell'esecutivo "non riusciva ad andare avanti sulle riforme". E quello, ha puntualizzato il premier, fu "un giudizio approvato all'unanimità dalla direzione". "Noi siamo partiti da lì”, ha quindi rivendicato Renzi.

"Il modello di riforme che stiamo portando avanti non prevede una dittatura o una 'democratura', come qualcuno ha avuto il coraggio di definirle. È democrazia decidente", ha precisato citando la formula coniata da Luciano Violante negli anni Novanta. Per il segretario del Pd, l'Italiacum avrà il merito di "rimuovere gli alibi" alla politica perchè "nessuno avrà dubbi sul responsabile" in merito al mantenimento o meno delle promesse elettorali. E "l'elemento chiave della legge elettorale sarà il ballottaggio", perchè "chi vince, governa". Renzi si è poi soffermato su Grillo. “Non è più uno spauracchio – ha osservato - , prima iniziavamo sempre le direzioni parlando di lui. Oggi da spauracchio è diventato sciacallo: si butta su tutto ciò che accade nello scenario nazionale e internazionale, anche con dichiarazioni di indecoroso gusto, ma ha perso centralità". Mentre il Pd nell'ultimo anno "ha recuperato forza, centralità e fiducia".

Renzi  ha dedicato un passaggio del suo discorso anche a Murizio Landini e Matteo Salvini. "Se la politica non risponde ai bisogni reali, produce personaggi che sono soprammobili da talk televisivo – ha detto -. Dobbiamo smettere di essere preoccupati del fatto che Salvini vada in televisione", ha aggiunto il segretario dem, argomentando che in questo modo si ottiene come unico risultato il fatto che un numero ancora maggiore di persone lo conosca. Quando vedo il segretario della Fiom in una trasmissione tv, l'ottava della settimana, non sapere che nella legge di stabilità abbiamo messo misure fondamentali per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato, la politica diventa semplicemente uno scontro ideologico. E senza capacità di decidere, diventa una grande rappresentazione mediatica che non ha nulla a che fare con la realta'". Infine, un messaggio alle minoranze del partito. Sulla legge elettorale "il ritocco è del tutto legittimo" ma "al ricatto non si risponde".  “In questo anni vedendoci decine di volte abbiamo trovato tanti passi avanti", ha concluso Renzi, affermando che "il Pd non puo' essere il partito di chi ti manda sotto col voto segreto".

 

Clara Rossi

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