Dal "Gattopardo alla valdôtaine" alla "giunta della misericordia": il Consiglio Valle discute il nuovo assetto politico

Dal "Gattopardo alla valdôtaine" alla "giunta della misericordia": il Consiglio Valle discute il nuovo assetto politico

 

E il capogruppo Uvp dichiara che «alcune cose che stiamo facendo non sono spiegabili»

AOSTA. «Una politica minestrone», un «Gattoparto alla valdôtaine», la «Giunta della misericordia». Sono solo alcune delle espressioni sentite questa mattina in Consiglio regionale, durante la discussione sul nuovo assetto politico che la maggioranza regionale si appresta ad ufficializzare con l'ingresso dell'Uvp che occuperà l'assessorato alla Sanità (con Laurent Viérin) e la presidenza del Consiglio.

Numerosi gli interventi sia da parte di chi all'opposizione è rimasto e di chi ha rotto l'alleanza stretta alle elezioni del 2013 per passare al governo.

Stefano Ferrero
Il capogruppo del M5s, abituato ad usare espressioni colorite per dipingere la situazione, non si smentisce. «Lasceremo che il buon pastore accolga le sette pecorelle smarrite nel vasto pascolo autonomista, dove potranno ingrassarsi e vivere tranquille. E qualcuna magari attendere il trasferimento verso le pianure e i colli laziali». Per Ferrero il nuovo programma di governo è «un vuoto assoluto riempito da due poltrone di cui una, quella di presidente del Consiglio, viene così svuotata della sua valenza istituzionale». Parafrasando alcuni dichiarazioni di Rollandin, il capogruppo ha parlato di «politica minestrone autonomista» e di «Giunta della misericordia. La misericordia si accorda a coloro che hanno evidenti problemi di sostentamento o morali. Di certo avete dato l'ennesimo spettacolo indecente ad una Valle d'Aosta che forse se l'è meritato perché vi ha votato ma che, d'altro canto, sta sprofondando mentre qualcuno continua con una politica fatte da botte di 4-5000 euro da mettersi in tasca».

Luigi Bertschy
Pur con evidente imbarazzo, Bertschy ha difeso il percorso intrapreso dal suo movimento. «L'Uvp è partita per fare un percorso diverso, ci abbiamo provato e abbiamo visto che non c'era tutta quella soddisfazione» ha spiegato. «Il programma è vuoto? Letto così può sembrare, anche perché la politica noi non la intendiamo come ricatto. La politica è cercare di mettere insieme delle forze, delle alleanze e poi trovare la giusta sintesi. C'è chi da ieri si è dissociato e chi da ieri è tornato ad aderire». Ancora il capogruppo: «Quando noi torniamo a casa nostra la sera, vediamo le persone e parliamo con loro. Alcune cose che stiamo facendo non sono spiegabili, ma proveremo a spiegarle giorno per giorno da qui al 2018. Non ci limiteremo ad accomodarci in maggioranza perché abbiamo intenzione di portare avanti le nostre idee. Nei prossimi mesi verificheremo se l'Uvp avrà ascolto». Ancora Bertschy: «Il presidente Rollandin non è cambiato, ma cosa vuol dire? Dobbiamo rinunciare a far politica fino a quando ci sono certe persone?».

Albert Chatrian
Il capogruppo dell'ex alleato Alpe ha parlato di necessità di andare alle elezioni. «Stiamo assistendo al Gattoparto alla valdôtaine: prima si urla contro il regime, poi si sussurra e poi si passa alla connivenza - ha aggiunto -. Il cambiamento il Pd e l'Uvp lo hanno fatto eccome: dopo essersi presentati agli elettori come alternativa, dopo tre anni hanno deciso di cambiare verso. Le riforme per voi sono solo un alibi, ma quando si supera un certo livello di spudoratezza tutto diventa sopportabile». Il consigliere anche affermato che il suo movimento è uscito «rafforzato per aver rispettato il mandato datoci dagli elettori».

 

M.C.

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