Valle d'Aosta, approvata a larghissima maggioranza la nuova legge elettorale

Valle d'Aosta, approvata a larghissima maggioranza la nuova legge elettorale

 

Sì anche al seggio centralizzato, M5s contrario. Bocciate preferenza unica e soglia di sbarramento

AOSTA. «Il progetto di legge 110 è approvato». Parole del presidente del Consiglio regionale, Andrea Rosset, pronunciate subito dopo il voto dell'assemblea sulla riforma elettorale approvata oggi pomeriggio con una larghissima maggioranza frutto delle grandi intese: 32 voti a favore e 3 voti contrari (M5s e Padovani del gruppo Misto).

Le forze politiche si sono accordate per introdurre il premio di maggioranza di 21 seggi per la lista o la coalizione che riesce a raggiungere il 42% dei voti e per l'eliminazione del ballottaggio. L'obiettivo è evidentemente evitare il ripetersi di quanto accaduto in questa legislatura con maggioranza e opposizione distaccati di un solo voto. La quota minima per la rappresentanza di genere passa al 30 per cento ed inoltre rimangono le tre preferenze.

L'aula ha anche approvato l'introduzione in via sperimentale del seggio centralizzato. Ciò significa che le schede elettorali dei diversi comuni confluiranno in quattro poli di scrutinio: uno per l'alta, uno per la media e uno per la bassa Valle e il quarto per Aosta. I voti a favore a questa proposta di legge sono stati 33 e i contrari 2 (M5s).

«Attualmente questo è il miglior testo possibile», ha affermato il presidente della Regione, Pierluigi Marquis, nel suo intervento in aula. «Siamo in una fase epocale che richiede riflessioni a 360 gradi, anche sul ruolo che la politica assume e sul ruolo dei consiglieri eletti di fronte alla comunità che rappresentano».

«Quella del 42% riteniamo sia una percentuale equa per garantire i 21 seggi alla lista che raggiunge tale quota. Diversamente, evidentemente, si passa al proporzionale». Sulla rappresentanza di genere, l'aumento della quota minima dal 20 al 30% costituisce «un passo in avanti ancorché non risolutivo della questione». Intervenendo poi sul seggio centralizzato, il presidente della Regione ha parlato di «un'esperienza che è un unicum in tutta Italia, ma esistono già esperienze nei Paesi anglosassoni. Una situazione sfidante resa possibile dal nostro Statuto».

Marquis ha elogiato «lo sforzo fatto per garantire la segretezza del voto» e successivamente aperto alla possibilità di individuare soluzioni che permettano alle varie forze politiche di conoscere i risultati ottenuti sul territorio a livello più dettagliato. Il seggio centralizzato non consentirà di capire, comune per comune, i voti presi dalla lista o dalla coalizione. Avere riferimenti più precisi rispetto a quelli forniti dal seggio centralizzato, ha commentato Marquis, «potrebbe essere d'aiuto alla politica per conoscere i risultati di quanto fatto».

Nel corso del pomeriggio l'aula ha esaminato diversi emendamenti bocciandone numerosi a suon di astensioni. Uno di questo, presentato da Alberto Bertin, chiedeva di tornare alla preferenza unica. Al referendum del 1991 «il 95% dei valdostani votò per tenere la preferenza unica» ha ricordato Bertin. Tornare a questo sistema sarebbe «un modo per avere un voto più pulito. Ho proposto questo emendamento "di bandiera" pur sapendo che il risultato è scontato, purtroppo». La proposta è stata sostenuta anche da M5s, Pd-Svda, Padovani (Misto) mentre il resto dell'assemblea (incluso il gruppo Alpe) si è astenuto, decretando la bocciatura.

L'aula ha in seguito esaminato e bocciato la richiesta di innalzare al 48% la percentuale di voti necessaria per avere diritto al premio di maggioranza. Stesso esito negativo per l'ipotesi di soglia di sbarramento al 4%.

 

Marco Camilli

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