Il reflusso gastro-esofageo: sintomi, diagnosi, prevenzione e cura

La salute su Aostaoggi.it a cura del dott. Franco Brinato


La malattia da reflusso o esofagite da reflusso, nota anche con l'acronimo MRGE, è un'affezione molto frequente e colpisce il 20% della popolazione del mondo occidentale. Si tratta normalmente di una malattia a carattere benigno, ma in alcuni casi è gravata da una serie di complicanze che possono essere evitate se la malattia è diagnosticata in tempo e trattata in maniera adeguata. Il trattamento il più delle volte è basato su una terapia medica, poche volte si ricorre al trattamento chirurgico.

La malattia da reflusso colpisce equamente entrambi i sessi, tuttavia è più frequente nei maschi, soprattutto per quando riguarda le complicanze. Si manifesta in tutte le fasce di età ma in particolare dopo i quaranta anni. Inoltre, le persone in sovrappeso e le donne in gravidanza sono maggiormente predisposte.

reflusso gastro-esofageo


Che cos'è il reflusso gastro-esofageo?

Il reflusso gastro-esofageo (RGE) avviene quando c'è risalita del contenuto acido dallo stomaco nell'esofago. L'esofago, a differenza dello stomaco, non è progettato per sopportare il contatto con sostanze fortemente acide. Per tale motivo, quando il contenuto gastrico altamente acido si riversa nell'esofago la mucosa che lo riveste all'interno si infiamma. E' un fenomeno fisiologico, frequente in particolare dopo i pasti ed è spesso asintomatico.

Nei lattanti è solitamente associato a rigurgito visibile dell'alimento assunto. Nell'adulto, quando il reflusso gastro-esofageo provoca sintomi severi (dolore-bruciore) che necessitano di terapia farmacologica e complicanze (esofagite, polmonite da inalazione, fenomeni infiammatori delle vie respiratorie), si parla di Malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE). Una malattia frequente che a lungo termine può associarsi a diverse complicanze anche gravi.

Da cosa è provocato il reflusso gastro-esofageo?

Esiste tra lo stomaco e l'esofago una struttura definita sfintere esofageo inferiore, una sorta di valvola, che permette il passaggio verso il basso del cibo, e ne impedisce il ritorno verso l'alto. La funzione di questa valvola è di evitare che il cibo e i succhi gastrici presenti nello stomaco risalgano verso l'esofago durante la digestione. Quando non si ha una perfetta chiusura della valvola e la funzione di contenimento viene meno, gli acidi penetrano nell'esofago irritandone la mucosa che riveste l'interno scatenando i sintomi del reflusso gastro-esofageo, condizione che se si protrae a lungo, crea i presupposti per l'insorgenza della Malattia da Reflusso GastroEsofageo (MRGE.)

reflusso-gastroesofageoQuali sono le cause della Malattia da reflusso gastro-esofageo?

La causa principale è il cattivo funzionamento dello sfintere esofageo inferiore, la valvola che separa lo stomaco dall'esofago. Tale condizione può essere provocata da: malformazione congenita della valvola, ernia iatale (che è la causa più frequente con lrisalita dello stomaco al disopra del diaframma, il muscolo che separa la cavità addominale da quella toracica), eccessiva permanenza del cibo nello stomaco (rallentamento dello svuotamento gastrico dopo i pasti), tumori. A questi vanno aggiunte condizioni che aumentano la pressione all'interno dell'addome (gravidanza, obesità, sovrappeso), dieta alimentare scorretta, fumo di sigarette, assunzioni di alcuni farmaci che riducono la tenuta della valvola.

Con quali sintomi si manifesta la malattia?

I sintomi più comuni sono pirosi, rigurgito e disfagia. La pirosi è un fastidio o una sensazione di bruciore dietro lo sterno generato dalla bocca dello stomaco e irradiato verso l'alto. Il più delle volte la pirosi è avvertita dopo un'ora dal pasto, sotto sforzo o in posizione sdraiata.

Il rigurgito è il ritorno spontaneo del cibo dall'esofago o dallo stomaco verso l'alto in gola, in assenza di nausea o vomito, che insorge tipicamente dopo pasti abbondanti o in posizione supina o curva in avanti. Il soggetto avverte un liquido aspro e bruciante in gola che può contenere particelle alimentari. Chinarsi in avanti, sdraiarsi, o fare movimenti che aumentano la pressione intra-addominale, possono provocare il rigurgito.

Nell'ambito della malattia è frequente la disfagia, difficoltà a ingerire i cibi solidi o l'acqua. Questa condizione si verifica in uno stadio avanzato della malattia ed è causata da processi infiammatori cronici a carico della mucosa esofagea che ne causano il restringimento.

A questi sintomi si possono associare sintomi meno tipici: tosse e laringite cronica, raucedine, carie dentarie, polmoniti ricorrenti, dolore toracico, spesso dovuto a un o spasmo della muscolatura esofagea. Tutti questi disturbi sono legati al reflusso di liquidi acido e particella di cibo proveniente dallo stomaco.

Quali sono le complicanze della malattia da reflusso gastro-esofageo?

Oltre i disturbi citati (bruciore, dolore) l'acido irrita la mucosa dell'esofago e può provocare delle lesioni infiammatorie talvolta erosive e, nei casi più gravi, delle vere e proprie ulcere a carico della parte inferiore dell'esofago con rischio di ostruzione della parte inferiore. Inoltre, in qualche caso "il reflusso acido provoca infiammazioni croniche a carico della faringe, laringe e trachea e perfino problemi bronchiali" con disturbi respiratori. Ma la più grave complicanza di questa malattia è l'esofago di Barret, un'alterazione delle cellule che compongono il tessuto dell'esofago con rischio associato di adenocarcinoma, un tumore maligno altamente aggressivo. Nella società occidentale l'incidenza di questo cancro sta rapidamente aumentando.

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi di malattia da reflusso gastro esofageo si basa sui sintomi ed è confermata tramite esami specifici. Il primo esame diagnostico da eseguire è l'esofago-gastro-endoscopia: esame endoscopico che permette la valutazione diretta della mucosa esofagea e consente di gestire le complicanze ed escludere altre malattie.

In assenza di esofagite e in presenza di eccessivo reflusso gastrico, per monitorare l'efficacia della terapia medica e valutare un eventuale trattamento chirurgico, si può ricorrere alla PH metria ventiquattro ore. L'esame consente la valutazione del reflusso gastro- esofageo nelle 24 (entità ed episodi di reflusso nelle ventiquattro ore) e si esegue introducendo dalle narici piccole sonde nell'esofago e nello stomaco.

Quali sono le cure e i trattamenti da eseguire?

La terapia della malattia da reflusso gastro-esofageo è essenzialmente medica. Si basa sull'uso di farmaci che riducono o bloccano la secrezione gastrica: H2 antagonisti (tipo ranitidina) e inibitori della pompa protonica (tipo omeprazolo) cui sono associati antiacidi (Sucralfato – Idrossido di Alluminio e Magnesio) e farmaci procinetici (tipo plasil), che hanno la funzione di migliorare lo svuotamento dell'esofago e dello stomaco, impedendo il reflusso gastro-esofageo.

Alcuni accorgimenti dietetici e comportamentali sono di aiuto nel ridurre l'entità del reflusso e dei sintomi. Tra questi i principali sono: non andare a dormire subito dopo i pasti; dormire con il capo leggermente sollevato; ridurre la quantità di cibo a ogni pasto e i grassi; assumere pasti piccoli e frequenti (cinque pasti il giorno); evitate di fumare e bere caffè o bevande alcoliche; evitare insaccati, burro, margarina, panna, creme, fritti, pizza, carni rosse; evitare il sovrappeso (il grasso addominale aumenta la pressione inta-addominale e favorisce il reflusso).

La terapia chirurgica è considerata una soluzione estrema ed è indicata nei soggetti giovani con malattia di grado severo; nei casi con frequenti recidive che non rispondono alla terapia medica e di comparsa di esofago di Barret con rischio grave di tumore.

In conclusione cosa bisogna fare in caso di reflusso gastro-esofageo?

La maggior parte dei casi la malattia può essere diagnosticata basandosi sulla valutazione dei sintomi e sull'effetto della terapia con farmaci anti reflusso, senza dover ricorrere a esami diagnostici. L'endoscopia deve essere fatta in caso di dubbio diagnostico o quando i sintomi (bruciore, dolore) non regrediscono nonostante l'assunzione dei farmaci. In questi casi il rischio di complicanze è elevato. Qualora il soggetto non risponda alla terapia medica, deve essere sottoposto non solo all'endoscopia, ma anche alla PH metria. La terapia chirurgica rappresenta una valida scelta alla terapia di mantenimento con i farmaci anti reflusso e va eseguito principalmente nei soggetti giovani che presentano le complicanze del reflusso gastroesofageo.

 

dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso