La mononucleosi, o malattia del bacio

A cura del dott. Franco Brinato

 

AOSTA. Nuovo appuntamento oggi con la rubrica della salute su Aostaoggi.it curata dal dott. Franco Brinato, specialista in medicina d’Emergenza Urgenza e dirigente medico della struttura complessa di Medicina d'emergenza e Pronto Soccorso dell'ospedale Parini di Aosta. Oggi si parla di mononucleosi.

 
Conosciuta anche come malattia del bacio, la mononucleosi è una malattia infettiva molto contagiosa dell'età adolescenziale ma che ha fatto registrare negli ultimi anni un aumento anche nei giovani adulti. L'interesse per questa malattia è accresciuto, per quando non gravissima, per la correlazione, ancora oggetto di studio, con alcuni tumori e alcune malattie neurologiche. L'obiettivo di quest'articolo è comunicare informazioni sulle cause, le cure e le complicanze della malattia e far luce, senza creare allarmismi, sulla correlazione con alcune malattie gravi.

Che cosa è la mononucleosi?

E' una malattia infettiva, relativamente comune, a decorso benigno nella maggior parte dei casi, causata da un agente virale, il virus di Ebstein-Barr (EBV). Il virus di Ebstein-Barr appartiene alla famiglia degli herpes virus, molti diffusi in natura. La caratteristica di questa famiglia di virus è la capacità di determinare nell'uomo delle infezioni latenti per tutta la vita, con possibile riattivazione se si ha una compromissione del sistema immunitario.

                          
mononucleosi01Come si trasmette?

La trasmissione dell'EBV avviene quasi esclusivamente attraverso la saliva, più comunemente in occasione di un bacio, raramente per via ematica o durante i rapporti sessuali. Il periodo d'incubazione (periodo tra l'infezione e la manifestazione della malattia) è di 30-50 giorni. Il virus, una volta penetrato nel cavo orale, entra nelle cellule e nei linfociti B delle tonsille e si moltiplica al loro interno. Poi raggiunge le ghiandole salivari, i linfociti, la milza e il fegato e dando un infezione generalizzata.

Il bersaglio del virus sono i linfociti B deputati alla sorveglianza immunitaria. Il virus si lega a recettori presenti su queste cellule entra all'interno e trasmette l'infezione attraverso due meccanismi:

Ciclo Litico:

Inserisce il proprio corredo genetico all'interno dei linfociti B e produce numerosi nuovi virus (detti virioni) . La cellula infettata è destinata a rompersi e cosi i virioni si liberano e infettano altre cellule.

Ciclo latente:

Il virus EBV inietta il proprio corredo genetico( DNA) direttamente nel DNA della cellula ospite dando origine a una cellula modificata detta provirus. Quando la cellula ospite si duplica, contiene il DNA del virus che è trasmesso alle cellule figlie. In questo modo il virus rimane latente nelle cellule senza produrre altri virus. La latenza può durare anni e dare manifestazione della malattia quando le difese immunitarie del soggetto si abbassano. La latenza del virus all'interno dell'organismo determina un disordine immunitario.

A che età si verifica maggiormente la malattia?

L'incidenza massima si ha tra i 14 e 18 anni senza differenza tra maschi e femmine. Negli ultimi decenni la mononucleosi colpisce frequentemente i soggetti adulti dopo la seconda decade di vita.

Perché colpisce anche gli adulti?

Molti soggetti nell'arco della loro vita non vengono a contatto con il virus a causa del miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, quindi non sono immunizzati e sviluppano la malattia in tarda età.

Come si manifesta?

Il mal di gola, malessere generale e stanchezza sono i sintomi più comuni con cui si manifesta la mononucleosi infettiva. La classica triade, faringo-tonsillite, la febbre alta e l'ingrossamento dei linfonodi del collo, sono segni caratteristici della malattia. In molti pazienti si manifesta ingrossamento della milza e reazioni allergiche più frequenti nei soggetti che erroneamente sono trattati con antibiotici (amoxicillina). Epatite, raramente sensazione di nausea.

 

mononucleosi02.jpgQual è il decorso della mononucleosi?

Nella stragrande maggioranza dei casi, la malattia ha un decorso benigno, la febbre dura da 7 -10 giorni, ma la linfadenopatia del collo, la stanchezza e il malessere generale che caratterizzano questa malattia durano più a lungo, fino a 6 mesi.

Ci possono essere delle complicanze?

Il virus una volta entrato all'interno dell'organismo causa un'infezione generalizzata coinvolgendo non solo le tonsille e i linfonodi del collo, ma anche la milza che s'ingrossa notevolmente, con il rischio di rottura spontanea o per traumi lievi, con grosso rischio di emorragia.

Il virus si localizza nelle cellule del fegato dando un quadro di epatite, testimoniato dell'aumento delle transaminasi.

Altro bersaglio sono le cellule del sangue. In effetti, il virus, pur causando all'inizio una semplice tonsillite, ha come bersaglio principale i globuli bianchi, le cellule deputate alla sorveglianza immunitaria. Il soggetto colpito da mononucleosi subisce danni che durano molto più a lungo rispetto al quadro clinico iniziale a causa della persistenza di una condizione d'immunodeficienza. In effetti, è facile osservare in questi soggetti infezioni come broncopolmonite, otiti e pleurite. La fragilità immunitaria associato alla stanchezza cronica spesso preoccupa e condizionano la vita del soggetto.

Altre complicanze meno frequenti sono l'ostruzione delle alte vie aeree (1% dei casi) dovuta all'ingrossamento e all'infiammazione delle tonsille, la meningite e la neurite del nervo ottico e la sindrome di Guillan-Barrè, una radicolo-polinevrite su base autoimmune, caratterizzata da paralisi progressiva dei muscoli.

Esiste una correlazione tra l'infezione tumori e sclerosi multipla?

Il 90-95% della popolazione mondiale è portatrice del virus Epstein-Barr e in molti soggetti non genera nessun danno, in altri causa la mononucleosi infettiva. Solo in una piccola percentuale di soggetti colpiti dalla malattia è stata individuata un'associazione con alcuni tumori, quali linfomi e carcinoma del cavo orale e alcune malattie autoimmune, come la sclerosi multipla. Tutti gli studi scientifici eseguiti negli ultimi anni non hanno portato, in questo senso, a risultati certi.

L'ipotesi che emerge e che l'incidenza sembra essere riconducibile a fattori genetici e all'influenza di fattori ambientali, piuttosto che alla maggiore prevalenza dell'infezione da EBV.

Di sicuro l'infezione daEBV provoca un disordine immunitario, per cui i soggetti colpiti sono maggiormente vulnerabili a diverse malattie.

L'infezione è pericolosa per le donne in gravidanza?

La mononucleosi non costituisce un pericolo né per la donna gravida né per il nascituro.

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi di mononucleosi si basa sui sintomi clinici: il mal di gola, malessere generale e la spossatezza, sono quelli più comuni con cui si presenta; faringite, febbre e ingrossamento dei linfonodi del collo rappresentano segni caratteristici. L'ingrossamento della milza (splenomegalia) è riscontrato in percentuale variabile dal 15 al 65% dei casi. L'aumento delle transaminasi del fegato non è raro.

La diagnosi di certezza d'infezione da EBV si ottiene mediante la ricerca degli anticorpi specifici Ig M e Ig G questi sono di due tipi:

  1. Anticorpi contro l'antigene capsidico virale (VCA);
  2. Anticorpi contro gli antigeni nucleari (EBNA).

Gli Ig M anti VCA e anti EBNA compaiono nel sangue nella prima settimana dall'infezione per raggiungere il livello massimo alla quarta settimana, testimoniano un'infezione in atto e recente,(scompaiono intorno all'ottava settimana). Le Ig G anti VCA compaiono dalla 3-4 settimana dalle infezioni e rappresentano la memoria immunitaria, cioè una malattia pregressa. La presenza di Ig G EBNA indica anticorpi protettivi.

Una volta contratta l'infezione c'è il rischio di riammalarsi?

I soggetti che hanno manifestato la malattia possiedono un alto livello di anticorpi protettivi, quindi raramente si riammalano. I soggetti che presentano un'infezione latente possono manifestare la malattia o ammalarsi di altre malattie infettive più facilmente.

Esiste una terapia?

Non esiste una terapia specifica. L'uso del paracetamolo e degli antiinfiammatori sono indicati per il controllo della febbre e del dolore. Il riposo e l'astensione dalle attività sportive, soprattutto per gli sportivi e i bambini, è fortemente consigliato(rottura di milza). Dieta leggera senza grassi per la contemporanea compromissione del fegato, bersaglio del virus. L'utilizzo del cortisone è consigliato solo in caso di rischio di ostruzione delle vie aeree.

Gli antibiotici non sono indicati, anzi alcuni come l'amoxicillina sono responsabili di allergia in corso di mononucleosi. Il loro utilizzo è consigliato solo in caso di soprainfezione batterica.

E' vivamente consigliato, per diversi mesi, l'utilizzo di farmaci o prodotti omeopatici a base di manganese, zinco, rame, selenio, vitamina C, che stimola il sistema immunitario.

Bisogna evitare il contatto con soggetti con malattie infettive contagiose e vaccinarsi contro influenza per il rischio di complicanze legati all'immunodeficienza.

Come si previene l'infezione?

La prevenzione è fondamentale per evitare il contagio. Bisogna evitare il contatto diretto con persone ammalate e in convalescenza (baci, rapporti sessuali). Non utilizzare stoviglie, spazzolini e altri oggetti a uso personale che potrebbero essere contaminati.

Si ammalano solo i soggetti non immunizzati alla malattia.

 

dott. Franco Brinato

 

Pin It

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075