Manifestazione free-vax ad Aosta: in 800 sfilano nel centro storico

 

Jeanne Cheillon, attivista: «non siamo estremisti paranoici, siamo contro la coercizione»

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AOSTA. Jeanne Cheillon, attivista dell'associazione Pro Libera Scelta, ha partecipato alla manifestazione di sabato scorso ad Aosta contro l'obbligatorietà dei vaccini. Centinaia di persone si sono ritrovate nel centro per manifestare.

La definizione no-vax vi piace?

«No-vax è una definizione che rifiuto totalmente. Mi ritrovo nei free-vax, persone che liberamente scelgono di vaccinare o di non vaccinare, tant'è che sono mamma di tre bambini a cui ho fatto parzialmente alcune vaccinazioni. Darci la definizione di no-vax è un tentativo di farci passare per degli estremisti e dei paranoici, invece a tutte le manifestazioni a cui ho partecipato - penso a Pesaro dove eravamo 50.000 - c'erano persone con tante idee diverse. C'è chi non fa nemmeno una vaccinazione ma l'idea preponderante, lo dico per sgombrare qualsiasi dubbio, è contro questo obbligo, questa coercizione di fare dieci vaccinazioni nel lasso di poco tempo. La maggior parte dei manifestanti chiede la possibilità di fare vaccini monovalenti e distribuiti nel tempo e non subito, nella fase in cui il bambino è ancora molto piccolo, poiché pare che alcune complicazioni di alcune vacciazioni siano emerse con l'esavanente e il trivalente, in particolare morbillo-rosolia-parotite».

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Quanti eravate a manifestare ad Aosta?
«Come al solito le cifre litigano un po' a seconda di chi le diffonde. Noi abbiamo distribuito almeno 550 fiaccole, ma tante persone sono arrivate da Asti, Torino, Biella e Milano e si sono aggiunte in un secondo momento quindi non avevano le fiaccole. Facendo due conti grossolani, direi che almeno 800 persone c'erano. Chi ha visto la manifestazione ed il corteo non credo abbia difficoltà a confermare questa cifra. E' stato un evento significativo perché eravamo in gemellaggio con Berlino e Venezia. Venezia ha portato nel centro almeno 10mila persone, Berlino solo qualche centinaio, ma abbiamo avuto il patrocinio della Corte di giustizia e dei diritti dell'uomo di Ginevra: non è cosa da poco».

Ad Aosta arriverà Gentiloni: pensate di accoglierlo in qualche modo particolare?
«Non abbiamo organizzato ancora nulla, ma potrebbe essere un'idea quella di manifestare un dissenso che non è soltanto nei confronti di questa legge, che troviamo ingiusta e che qualche illustre costituzionalista ha già definitio anticostituzionale. Noi vorremmo anche sottolineare come questa campagna sia stata accompagnata da un'omissione di informazioni e soprattutto da una censura becera su tutta quella parte di popolazione italiana che ha manifestato tra maggio e agosto. Sono state migliaia le persone scese in piazza e non c'è stata una testata giornalistica tra quelle di maggior rilievo o una trasmissione Rai che abbia dato informazione con la "I" maiuscola. Pongo questa domanda: perchè il governo italiano, se è così convinto di essere dalla parte del giusto e di non fare solo ed esclusivamente l'interesse delle case farmaceutiche, ha così paura a dare le informazioni e dire che c'è una fetta piuttosto imponente di italiani che non vuole che si imponga questo tipo di trattamento terapeutico?».

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Marco Camilli
(foto di Jeanne Cheillon)

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