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Bocciata mozione della Lega. Spelgatti: "bisogna agire ora". Il sindaco: "forma di razzismo"

burqAOSTA. «Riteniamo che questa mozione sia eccessiva per Aosta. Il dibattito sull'argomento può essere interessante, ma non penso che in questo momento la città abbia la necessità di intervenire per vietare l'ingresso alle donne con il volto coperto. Io tra l'altro non ne ho mai vista in città e comunque le percentuali, se ci sono, sono insignificanti». Così il sindaco Fulvio Centoz intervenendo nel dibattito in consiglio comunale su una mozione della Lega per vietare l'ingresso negli uffici comunali di persone col volto coperto da niqab o burqa.

«Così com'è - ha anche detto Centoz invitando al voto di astensione - la mozione mi pare voler continuare a porre l'accento negativo sull'immigrazione per alimentare polemiche e fomentare difficoltà di integrazione sul territorio», ha affermato.

«Non è una questione di razzismo - ha replicato la consigliera leghista Nicoletta Spelgatti -. Nel giro di due anni la situazione demografica della Valle d'Aosta è cambiata radicalmente e per ora ci sono soltanto uomini, perchè a sbarcare sono gli uomini, ma poi arriveranno le donne. E se non arriveranno le loro donne, saranno le nostre donne a essere islamizzate. Dobbiamo decidere oggi cosa fare - ha continuato l'esponente di LN -, anche se il problema è numericamente poco rilevante. Impedire di mettere un burqa è un segnale che diamo per il rispetto della donna».

Nel dibattito che si è sviluppato in aula è stato ricordato che il velo non è obbligatorio e, di conseguenza, non lo sono niqab e burqa, due indumenti utilizzati abitualmente soltanto in alcuni Paesi. Introdurre un divieto, quindi, non violerebbe alcuna libertà.

«Porsi ora il problema di una invasione di persone con il volto coperto è un pregiudizio - ha ribattuto Centoz - e non è detto che siano automaticamente un problema per la sicurezza o che siano ostili. E, anche se fosse, la soluzione potrebbe non essere quella di vietare il burqa. Le istituzioni devono affrontare il problema quando questo si pone - ha argomentato Centoz -, ma introdurre ora un divieto generalizzato quando il problema neppure si è posto significa semplicemente dare adito a forme neanche tanto velate di razzismo, cosa che io non voglio fare».

La mozione è infine stata respinta con tre voti a favore, tre contrari e 19 astensioni.

 

Clara Rossi