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AOSTA. Diciannove anni fa a Lisbona il Consiglio Europeo stabiliva la soglia minima di bambini cui deve essere garantito l'accesso agli asili nido pubblici. Per raggiungere questo obiettivo, fissato al 33%, il Comune di Aosta ha deciso di mettersi alla ricerca di un partner del terzo settore con il quale co-progettare e gestire interventi di innovazione nel settore dei servizi comunali alla prima infanzia.

La giunta comunale ha già deciso di indire un'istruttoria pubblica per individuare questo soggetto disponibile alla collaborazione con l'ente pubblico, come in passato è già stato fatto per i servizi agli anziani. Con questa soluzione l'Amministrazione del capoluogo intende aumentare i posti per i bambini e distribuirli meglio sul territorio andando a coprire zone carenti sotto questo punto di vista come i quartieri Cogne e Dora.

«Si tratta di un atto che destina risorse significative a un approccio innovativo dei servizi all'Infanzia che vede l’Amministrazione comunale coinvolgere in maniera sinergica il terzo settore in quanto ambito portatore di esperienze e di professionalità specifiche - dice l'assessore alle Politiche sociali, Luca Girasole -. In particolare, l’approccio della co-progettazione interesserà servizi non espletati dagli asili-nido comunali, con l’obiettivo di intercettare e di fornire una risposta alle nuove esigenze manifestate dalle famiglie, soprattutto per quanto concerne l’estrema flessibilità oraria, e di coprire l’intero territorio comunale. Inoltre, rispetto all’approccio tradizionale dell’appalto “chiuso” in cui l’Ente specifica nel dettaglio quali sono i contenuti dei servizi da erogare, il tavolo della co-progettazione presenta il vantaggio di essere sempre aperto, e di conseguenza suscettibile all’integrazione di nuove idee e progettualità».

Andando un po' più nel concreto, la co-progettazione dovrebbe aiutare a risolvere situazioni di esclusione che si verificano all'interno dei servizi educativi e proporre azioni a sostegno delle famiglie più fragili proponendo soluzioni complementari o integrative e di sostegno alla maternità ed alla conciliazione vita/lavoro, progetti di inclusione multietnica e di intermediazione culturale. E poi ancora, iniziative di scambio intergenerazionale, forme di gestione più flessibile per venire incontro alle esigenze delle famiglie, integrazione territoriale dei servizi ed anche attenzione al personale con corsi di formazione e supervisione per prevenire la sindrome del burnout provocata dallo stress.

Per l'intera operazione il Comune di Aosta è pronto a mettere a disposizione il 95 per cento dei 455.000 euro del costo stimato. Il restante 5 per cento sarà a carico del soggetto del terzo settore individuato, il quale dovrà anche occuparsi di trovare gli spazi e il personale necessario.

 

 

 

 

 

Clara Rossi

 

 

 

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