Al quartiere Cogne tornano le bancarelle degli alimentari sotto lo sguardo attento della polizia locale

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AOSTA. «Signore, lei non può entrare senza mascherina». Un agente riprende un anziano che si avvicina ad un banco di alimentari. «Ma io non ce l'ho», risponde l'uomo. «Senza mascherina non può stare qui», ribatte l'operatore in divisa.

È lunedì mattina e al quartiere Cogne di Aosta è tornato il mercato. Ovviamente in forma ridotta: può lavorare solo chi vende generi alimentari. Le transazioni si svolgono sotto l'occhio vigile di due agenti della polizia locale che si assicurano che tutto si svolga nel rispetto delle regole. Il loro è un lavoro facile: non c'è alcuna ressa, solo qualche sparuto cliente che si avvicina ai banchi fermandosi prima del nastro rosso e bianco che segnala la distanza di sicurezza da mantenere come misura di precauzione per evitare il contagio da Coronavirus.

A pochi metri di distanza c'è una piccola fila di persone in attesa di entrare al despar.

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Il mercato è ripreso e non tutti lo sanno. Non lo sapeva l'automobilista che si vede portare via dal carro attrezzi l'auto lasciata parcheggiata nonostante il divieto (un evento abbastanza raro ad Aosta, ma in tempi di pandemia capita anche questo). L'uomo si sfoga con gli agenti della polizia locale, ma il cartello è chiaro: lunedì dalle 6 alle 14 divieto di sosta per mercato e pulizia strada.

Una transenna delimita la zona adibita al mercato. Funge da accesso come imposto dalla nuova ordinanza della Regione che stabilisce di adottare misure per controllare l'afflusso di persone. Per oltrepassare quella transenna - anche se si è solo di passaggio - bisogna indossare qualcosa che copra naso e bocca, altrimenti si deve cambiare tragitto.

L'anziano sceso da casa per acquistare verdura fresca prende una delle mascherine poggiate sul bancone messe a disposizione gratuitamente dal Comune insieme a guanti e igienizzanti. Tutto riservato a chi fa acquisti.

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Fino ad un mese fa un mercato poco affollato avrebbe fatto chiudere la giornata ai commercianti con l'amaro in bocca. Oggi è tutto diverso. Ogni singolo cliente rappresenta soldi che entrano. Pochi, forse, ma comunque sempre meglio di zero.

«Finalmente siamo di nuovo qui», dice ad alta voce uno dei commercianti presenti. E l'espressione quasi di sollievo che si intravede da dietro la mascherina la dice lunga sull'incertezza e la paura per uno sconquassamento economico che ha travolto la nostra società e la cui portata è ancora impossibile da calcolare.

In questo quadro desolato, anche un piccolo mercato rionale - che pure spaventa chi sta gestendo l'emergenza - rappresenta una piccolo segnale di speranza.

 

Clara Rossi

 

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