La struttura all'ombra della Cattedrale riunirà diversi servizi della Caritas per rispondere alla crescente richiesta di sostegno

 

Casa della Carità

 

AOSTA. Sono iniziati i lavori di realizzazione della Casa della Carità di Aosta in cui troveranno posto diversi servizi della Caritas diocesana all'ombra dei campanili della Cattedrale. La struttura sarà ricavata recuperando una proprietà storica della Diocesi: la ex Prevostura.

"Dopo un lungo periodo di incubazione, oggi si apre il cantiere" ha annunciato con soddisfazione il vescovo mons. Franco Lovignana nel corso di un incontro con la stampa nel futuro cortile di ingresso. La struttura per il vescovo rappresenta "un'opera segno", cioè un qualcosa di visibile e concreto che testimonia gli sforzi per sostenere le fasce più deboli della popolazione e l'impegno a favore della comunità.

La Casa della Carità accentrerà alcuni servizi che la Caritas, ad eccezione del magazzino dei mobili e dei dormitori. A lato del cortile ci sarà una struttura adibita a prima accoglienza e al piano terra, in quello che era un fienile, ci sarà il centro di ascolto per le persone che si rivolgono alla Caritas e la mensa che potrà contare in questo modo su spazi più grandi di quelli attuali e che sarà e dotata di una cucina con la possibilità in futuro di collegare il servizio ad un programma di recupero contro gli sprechi alimentari.

Sempre al piano terra troveranno posto le docce e l'ambulatorio medico che da alcuni anni opera grazie all'impegno di medici volontari.

Al primo piano saranno ricavati dei locali per alloggiare persone e famiglie in momenti di emergenza, per esempio per persone in cerca di una sistemazione temporanea o parenti di persone ricoverate in ospedale.


Torna in vita un angolo storico di Aosta

Casa della Carità

La ristrutturazione iniziata oggi ha una valenza sociale e allo stesso tempo culturale. L'immobile è situato nel cuore del centro storico di Aosta, si nasconde al di là delle mura merlate di rue Monseigneur de Sales di fronte al Palazzo Vescovile e dietro alla Cattedrale, confina con il giardino del seminario e con il campetto dell'oratorio.

È a tutti gli effetti un pezzo di storia della città. Il Prevosto del Capitolo della Cattedrale di Aosta vi abitò almeno dal 1277 e verso la metà del XIII secolo, attorno ad una cappella, fu edificato il primo nucleo del complesso architettonico.

Oggi nell'area esistono due corpi di fabbrica che si sviluppano attorno ad una corte centrale alla quale si accede da un portone che, una volta completati i lavori, rimarrà aperto. Da una parte c'è la sede dell'Istituto Diocesano Sostentamento Clero e dall'altra la futura Casa della Carità che oggi è il frutto di una serie di interventi, aggiunte e sistemazioni di epoche diverse.

"L'intervento è stato studiato e concertato passo dopo passo con la Sovrintendenza ed è mirato alla conservazione", ha spiegato l'architetto Bescia che si è occupato del progetto. I lavori non toccheranno tanto la parte esterna (sulla facciata saranno effettuati alcuni piccoli interventi) quanto le parti interne. Sarà rifatto il tetto, troppo deteriorato, e all'interno saranno rinforzati i solai esistenti e ne saranno realizzati di nuovi con supporti in acciaio che arriveranno fino alle cantine. Qui si cela la parte più delicata: sarà necessaria una indagine archeologica per evitare che il cantiere danneggi reperti storici importanti.

A Nord del complesso poi saranno rimosse alcune costruzioni e saranno valorizzate delle antiche finestre in pietra.

Infine il cortile sarà sistemato per garantire piena accessibilità agli utenti con disabilità.

 

Richieste di aiuto in aumento alla Caritas

La costruzione della Casa della Carità risponde a due necessità: riunire i servizi oggi erogati in diverse sedi in un unico spazio e potenziare quegli stessi servizi della Caritas che sono sempre più richiesti. Infatti un crescente numero di persone si rivolgono all'organismo pastorale perché in difficoltà, per avere un pasto o un posto in cui dormire.

"Negli ultimi anni le richieste di aiuto sono aumentate del 30 per cento", ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, Andrea Gatto.

La mensa Tavola Amica è un esempio della situazione: era stata pensata per le necessità di vent'anni fa ed oggi i suoi spazi sono del tutto inadeguati. Lo scorso anno 350 persone si sono rivolte alla Tavola Amica e più di 20.000 pasti sono stati distribuiti. Sempre nel 2019 inoltre il Centro di ascolto ha accolto 505 persone e organizzato 1.760 colloqui; il servizio docce è stato utilizzato 800 volte; 60 persone si sono rivolte all'ambulatorio e altre 128 hanno utilizzato il dormitorio per un totale di 3.487 notti.

 

Due anni per i lavori

Casa della Carità

Gli interventi strutturali, la sistemazione degli infissi, l'installazione degli impianti, gli arredi e le rifiniture costeranno circa 1,6 milioni di euro. I lavori strutturali (quasi 1 milione di euro) sono finanziati grazie anche alle offerte dei fedeli ed al ricavato dell'8 per mille che in questo modo "viene ridistribuito e ritorna a vantaggio della collettività, perché la Caritas è un servizio per tutti", come ha sottolineato mons. Lovignana. L'intervento può anche contare su un contributo straordinario della Cei.

La Casa della Carità dovrebbe essere pronta nel giro di due anni. Molto però dipenderà dall'esito delle indagini archeologiche che potrebbero rallentare se non bloccare il cantiere.

 

Casa della Carità

 


Elena Giovinazzo

 

 

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