Il gatto nero amato da tanti aostani era una star del gruppo Facebook 'Sei di Aosta se'. E' morto in seguito ad una probabile aggressione

 

Libro

AOSTA. Non ce l'ha fatta Libro, il gatto nero diventato la mascotte piazza Chanoux. Nei giorni scorsi è stato male - si presume per le conseguenze di un'aggressione, ma non è chiaro se da parte di un animale o di una persona - e malgrado le cure e le attenzioni non è riuscito a riprendersi.

Per poterlo sottoporre ad un trattamento dispendioso è stata organizzata anche una raccolta fondi. Con l'aiuto della veterinaria Jessica Nicco in settimana è stato portato a Genova per l'intervento, poi è tornato ad Aosta per potersi riprendere nei luoghi da lui conosciuti. Nella notte tra sabato e domenica se ne è andato.

Libro era "solo" un semplice felino. A lui però tanti aostani (e non solo) si sono affezionati grazie anche alla sua popolarità sui social cresciuta da quando, negli anni scorsi, si faceva fotografare sulle pile di libri della grande biblioteca allestita nella piazza centrale di Aosta per il festival della parola.

Come tutti i gatti viveva in libertà. Piazza Chanoux era la sua casa, entrava e usciva dai negozi e attendeva l'apertura dell'ingresso del Municipio per ricevere la sua dose quotidiana di coccole, carezze e croccantini. Conduceva una normale vita da gatto, insomma. Era inconsapevole protagonista sui social, in particolare sul gruppo "Sei di Aosta se". In tanti l'hanno fotografato mentre attraversava la piazza o dormicchiava sulle scrivanie degli uffici. Era quasi paparazzato come una star.

È stato anche un simbolo della quotidianità stravolta dal lockdown di un anno fa: quando tutta la città era ferma lui continuava ad attraversare la piazza e ad attendere davanti all'ingresso del Municipio aspettando l'apertura delle porte che, però, rimanevano chiuse.

«Libro, il gatto libero adorato da noi tutti non ce l'ha fatta  - si legge sul gruppo Fb Sei di Aosta se - È mancato alle 4.10. Sarà difficile non vederlo arrivare in piazzetta, con il passo della pantera. Un simbolo. Un'anima libera e bella. Grazie a Jessica Nicco, con tutto il cuore per tutto quanto fatto per lui. Meglio non poteva essere curato e accudito. Abbiamo chiesto a Jessica di farlo cremare con restituzione delle ceneri. Vi aggiorneremo ancora. Un abbraccio virtuale a tutti voi che avete contribuito ma soprattutto che vi siete mobilitati per essere aggiornati perché gli volevate bene quanto noi».

 

 

Marco Camilli
(foto da Facebook)

 

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