Tso e sensazioni del primo cittadino del capoluogo valdostano

 

Gianni Nuti

La Valle d'Aosta, come gran parte del resto del mondo, sta vivendo un periodo di grande sofferenza. Le persone quotidianamente si confrontano con l'incertezza dei provvedimenti che verrano presi per combattere il Covid-19. Sui mezzi di informazione nazionale ogni giorno si leggono articoli sul virus che puntualmente vengono smentiti da un altro luminare di virologia il giorno dopo.

Con questa incertezza, con le conseguenze sull'economia in generale e l'inaffidabilità di una classe politica regionale incerta sul da farsi, abbiamo chiesto al sindaco di Aosta Gianni Nuti il suo pensiero sulla salute mentale della popolazione di Aosta.

D: Sign. sindaco, dal suo osservatorio privilegiato può farci un analisi della situazione dei cittadini di Aosta e sui Tso in questo momento di grande difficoltà?
R: «Il problema del disagio mentale è diffuso, peraltro il Trattamento sanitario obbligatorio è indicatore parziale di un fenomeno che ha mille sfaccettature più o meno gravi. Statisticamente non ha rilevanza, visti i numeri piccoli che abbiamo in Valle, ma mi pare di registrare un aumento di Tso nella fascia giovanile in questi ultimi tempi. La pandemia con ogni probabilità lascerà strascichi nel medio periodo soprattutto sulle nuove generazioni: auspico che siano affrontati con strumenti e risorse adeguate, con approcci multidisciplinari che riducano al minimo il ricorso a trattamenti farmacologici».

D: Quanti Tso ha firmato ?
R: «Da quando sono in carica ho firmato circa una trentina di Tso».

È molto preoccupante l'aumento del Tso nelle giovani generazioni. È condivisibile l'auspicio del sindaco di una efficace strategia per combattere una situazione che sta per esplodere nella città di Aosta. Servirebbero più personale e un nuovo approccio sulla cura della salute mentale, abbandonando la coercizione nella cura e l'eccessivo uso dei farmaci e investendo nel recupero e la riabilitazione. Ma questa è un'altra storia. Nonostante i grandi proclami dei nostri amministratori mancano le risorse umane e nuove intelligenze che, con un approccio più umano, disinneschino questa "bomba" che sta per esplodere.

 

 

Marco Camilli

 

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