Le sigle della dirigenza medico-sanitaria intervengono sulla fuga dei medici dalla Valle d'Aosta

 

ospedale Parini

Anche i sindacati della dirigenza medico-sanitaria valdostana intervengono sulla questione della fuga dei medici, sulle dichiarazioni dell'assessore alla sanità e dell'Ordine dei Medici a proposito dei "" e sugli articoli di giornale.

«Non è la prima volta che alcuni professionisti dell'informazione o personaggi politici, probabilmente a causa dell'inadeguata preparazione in materia e della poca chiarezza comunicativa, rappresentano la questione della crisi sanitaria pubblica in Valle con eccessiva semplificazione, alla ricerca del sensazionalismo a ogni costo, dimenticando che essa ha enormi ricadute sociali ed economiche», scrivono in una nota Anaao / Assomed, Aaroi / Emac, Anpo, Cimo e Fassid.

«La professione medica - aggiungono - è una di quelle a più alta complessità gestionale e decisionale e richiede anni e anni di studio: se si lavora tanto, male e con remunerazione non adeguata, meglio andare altrove».

I sindacati fanno un parallelo con il calcio. «Nessuno si scandalizza dei 40 milioni annui pagati a Messi al PSG: si è certi che tale prezzo rappresenti un investimento per marketing e vittorie. Allo stesso modo in sanità, per avere i "Messi" e per ritornare all'eccellenza di un tempo (non molto lontano) non è forse giusto alzare il prezzo? Appare quindi chiaro - prosegue la nota - che per tamponare la situazione e cercare di mantenere almeno i servizi essenziali (cd LEA), la soluzione più immediata è legata alla previsione di incentivi economici per richiamare rapidamente personale verso la nostra Regione».

Allo stesso tempo tuttavia «le sole azioni volte ad incrementare gli stipendi non sono sufficienti» in quanto serve «una progettualità che vada ad interessare i molteplici aspetti della nostra professione e dei servizi sanitari». E poi c'è la questione del bilinguismo. I sindacati ribadiscono:«prima si valutino e si scelgano i medici, i dirigenti sanitari e il personale del comparto per le capacità professionali e tecniche, e poi si proceda, dopo un adeguato intervallo di tempo, alla verifica circa la conoscenza della lingua francese».

«Che il tempo delle strumentalizzazioni politiche e giornalistiche finisca - concludono Anaao / Assomed, Aaroi / Emac, Anpo, Cimo e Fassid. -. È ora di lavorare tutti insieme, ognuno nel suo ambito professionale». Altrimenti «non resterà che osservare inermi il definitivo assalto da parte di cooperative private al nostro ospedale (che di soldi ne pretenderanno parecchi, mentre saranno molto poco interessate a tutto il resto), con inevitabile crollo dei servizi in termini di qualità e con aumento dei costi per l'utenza: e allora ci sarà davvero molto poco da dire/scrivere e soprattutto da fare».

 

 

C.R.

 

 

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