Una panchina rossa per ricordare a tutti il dramma della violenza

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Anche ad Aosta inaugurato il simbolo contro la violenza sui figli e di genere

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AOSTA. Ad Aosta, in piazza Arco d'Augusto, è stata inaugurata lunedì una delle "panchine rosse" note in tutta Italia e nel mondo come simbolo della violenza sulle donne che è quindi approdato anche in Valle d'Aosta. A promuovere l'iniziativa, l'Associazione Uniendo Raices Aosta con la collaborazione degli Stati Generali delle donne, Centro Donna Contro la Violenza, la Cittadella dei Giovani, la Fondazione GAIA di Pavia e il CSV Onlus.

«Questa panchina rossa è un progetto degli Stati Generali delle donne, una testimonianza per tutte le donne che vivono la violenza domestica ogni giorno. E' arrivata anche qui ad Aosta e prima in altre città metropolitane, ma anche in tantissimi piccoli comuni d'Italia. Vuole sensibilizzare tutte le persone al femminicidio, alla violenza di genere, al figlicidio. Chiunque guardando questa panchina rossa deve sapere che questo è un problema enorme e che bisogna affrontarlo». Così la rappresentante per la Valle d'Aosta degli Stati generali, Stefania Notarpietro, ha introdotto la presentazione della panchina, che vuole essere un monito non solo alla violenza che silenziosamente si consuma spesso proprio dove dovremmo sentirci più protette, ma anche una presenza vuota e ingombrante di tutte quelle donne che hanno perso la vita in seguito a violenze o alla loro ribellione a esse.
Diverse le adesioni all'iniziativa anche dalle associazioni di categoria, tra cui Soroptimist International Club Valle d'Aosta con la sua rappresentante Paola Varda, le tre finaliste al premio “Donna dell'anno” in rappresentanza dei loro enti e la vincitrice del riconoscimento Soroptimist Internationa Club VDA, l'avvocato Rosa Pepe. Hanno partecipato, attraverso un laboratorio di sensibilizzazione, anche i ragazzi del doposcuola e del Servizio Civile dell'Associazione Uniendo Raices , i quali si sono fatti promotori e voce della frase simbolo della giornata: "Spegnete la violenza e accendete il vostro cuore, solo così potrete illuminare una donna". Sono poi intervenuti, tra gli altri, la rappresentante degli Stati Generali Nazionali Isa Maggi.

 

Con Miguelina Baldera Santana, presidente dell'associazione Uniendo Raices, parliamo delle panchine rosse.
Perché le "panchine rosse"?
Noi facciamo parte degli Stati Generali delle Donne, che è ideatrice e promotrice del progetto in tutta Italia,e anche all'estero. Ne è stata inaugurata una di recente in Argentina. Quindi abbiamo voluto aderire per Aosta con la disponibilità del sindaco. Speriamo possa attirare l'attenzione su ogni genere di violenza che,ricordiamolo non è solo fisica, ma anche psicologica. Infatti, durante la realizzazione del progetto, la nostra mediatrice culturale ha trattato con i ragazzi coinvolti il tema della violenza in tutte le sue forme.

Uniendo Raices in cosa è impegnata in Valle d'Aosta?
Uniendo Raices nasce diciassette anni fa e dal 2006 si dedica al sostegno e ascolto delle donne. Attraverso uno sportello attivo due volte la settimana (Martedi e Giovedi dalle 9:00 alle 12:00 n.d.r.) offriamo supporto psicologico e consulenza legale a quelle donne che ne hanno bisogno. Tra le iniziative, abbiamo anche istituito un servizio di doposcuola, gratuito grazie a un contributo regionale, rivolto ad alunni di elementari e medie e presente in vari quartieri della città. La nostra Associazione copre comunque tutto il territorio della Valle d'Aosta. Siamo in più posti per venire incontro alle famiglie.

Prossimi appuntamenti?
Il prossimo incontro sarà al CSV onlus di Aosta Sabato 17 Marzo, dalle 17:00 alle 19:30, durante il quale presenteremo la storia di "Madri vittime della tratta".

 

Adriana Guzzi