Suicidi: tutti fingono di non vedere e sentire?

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Riceviamo e pubblichiamo

Ho letto la lettera di una lettrice in considerazione all'articolo uscito sui suicidi in Valle, che aumentano sempre più. Sono d'accordo con la signora in questione su quasi tutto. Anzi, direi su tutto, ma a mio avviso è stata dimenticata una problematica che spesso viene nascosta, o semplicemente non se ne parla proprio perché, come dice la signora della lettera in questione, bisogna (soprattutto in questa “piccola particolare Valle”) essere “sempre sul pezzo”, sempre apparire, sempre essere al top.

Io invece ne parlo e non solo perché, purtroppo, ne faccio parte, ma perché so che ci sono molte altre persone che, come me, vivono questi problemi, qui e nel resto d'Italia.

Sono una persona di mezza età, una di quelle che fino a un po' d'anni fa sarebbe già stata in pensione a godersi nipoti e riposo, e invece chissà quanti anni (certo più di un decennio) mi restano da passare in ufficio, nonostante gli acciacchi, gli anni già versati di contributi e la tecnologia che corre così veloce che il mio lavoro diventa spesso un rincorrerla facendo tanta fatica (e spesso non essendone all'altezza), pur di poter fare ciò che mi viene richiesto, con serietà ed impegno.

Ho sempre lavorato, fin da ragazzina, ma la vita non è stata molto facile per me e ho avuto problemi seri e spesso non voluti né cercati, e mi sono mio malgrado ritrovata ad avere debiti che non mi fanno dormire. Per fortuna ho un lavoro, ma ne avrei bisogno di due per riuscire a sopravvivere. Il problema è che lavoro in amministrazione regionale e non mi è permesso di avere un doppio lavoro. Inoltre non essendo più giovane e carina avrei anche una certa difficoltà a trovare un lavoretto che mi permetta (durante il weekend o la sera) di lavorare e di poter andare avanti.

Ho un figlio da mantenere e tutte le spese che una persona da sola deve affrontare (oltre ai debiti). Non riuscendo più a trovare casa con gli affitti impossibili di oggi ho comprato con il mutuo un piccolo alloggetto un po' vecchio e messo non troppo bene, ma almeno il mutuo è più basso di un affitto. E se l'alloggio non è perfetto, pazienza. A me piace, a mio figlio anche e l'importante è adattarci al meglio noi due. Ma anche lì era in arrivo una fregatura: nonostante io abbia fatto tutti i controlli possibili (ovviamente anche con l'amministratore del condominio) chiedendo esplicitamente che non si fosse in procinto di dover sostenere grosse spese straordinarie (altrimenti avrei rinunciato all'acquisto), mi era stato assicurato da venditori e amministratore che tutti i grossi lavori erano stati fatti e non c'era nulla in vista. Già, ma non era vero ed era già avviata la discussione per il rifacimento del tetto. Che io non mi posso permettere di sostenere, ma non posso vendere casa avendo il mutuo Finaosta (non prima di 5 anni) e se non pagherò interverrà l'avvocato del condominio.

Sono tra l'incudine e il martello: non posso vendere, ma non ho la possibilità di pagare il tetto. Quindi se mi toglieranno la casa, mi troverò senza un tetto (io e mio figlio), ne la possibilità di averne uno (tra l'altro ho uno stipendio e quindi l'ISEE dice che sono ricca, peccato che tengano conto anche dei minimi contributi di assegno familiare, ma nessuno guardi i debiti che uno paga regolarmente tutti i mesi e il perché degli stessi).

Premetto che da anni non faccio nulla tranne lavoro e casa: niente cene d'ufficio, niente pizze, né cinema, niente vacanze, figuriamoci una pettinatrice ogni tanto (escluso!!!), né sport (se non camminare, che non mi costa quasi nulla),… e quindi niente rapporti di amicizia o altro, perché se non puoi fare nulla, se dici sempre “no”, se non sei più che perfetto… non esisti, sei tagliato fuori da tutto e tutti. Per questo pazienza, ci sono ormai abituata, anche alla solitudine che non mi pesa più, ma non posso nemmeno permettermi di curarmi, pur avendo una patologia particolare che mi richiederebbe cure, farmaci e integratori non passati dalla mutua, per stare quantomeno meglio. E soprattutto ho il panico all'idea che possa succedere qualsiasi cosa: l'auto che non parte, il dentista per mio figlio (io anche lì ho rinunciato anche se ne avrei bisogno), o una qualsiasi altra emergenza a casa. E ovviamente ometto molte cose.

…E allora sì, ho pensato spesso che così come vivo sono più un peso per le persone che amo, che altro. E che forse da morta, quantomeno, potrei con la liquidazione del lavoro saldare finalmente i debiti e permettere a chi resta di vivere meglio (tra l'altro l'anticipazione sulla liquidazione per questi problemi, in Amministrazione pubblica non si può chiedere!!!). Ci ho pensato tanto al suicidio e ci penso ogni giorno.

So che farei soffrire qualcuno, ma sarebbe un tempo limitato e dopo… probabilmente vivrebbero meglio. Magari finalmente qualcuno li aiuterebbe. Chissà…
Poco tempo fa si è tolta la vita una persona che conoscevo da tanti anni, anche se non ci vedevamo se non di sfuggita per strada. Una mamma come me.
Ed ero così arrabbiata, così triste. E non mi passava mai. Così mi sono guardata dentro (stare soli aiuta almeno in questo) e ho capito: ero arrabbiata perché lei ha avuto il coraggio che io non ho ancora avuto.

E poi ero arrabbiata perché al suo funerale c'era un mare di persone. E mi sono chiesta: ma tutte quelle persone dov'erano quando lei aveva bisogno?

Ecco….dove sono le persone quando qualcuno sta così male da non vedere altre vie d'uscita, da non trovarle proprio perché spesso non ci sono, perché la società stessa te le preclude? Tutti fingono di non vedere e sentire? O semplicemente è più facile far finta di non sapere e girarsi dall'altra parte, per poi essere tutti lì a piangere quando è troppo tardi?

Ecco…voleva solo essere un pensiero, una riflessione in più, perché spesso non si odia affatto la vita, anzi…ma si vive in una società che non ti dà più modo di trovare una via d'uscita!

 

lettera firmata