Scoperta su un masso un'antica mappa stellare delle Pleiadi

Stampa

pleiadi di Chialamberto

AOSTA. Risale a pochi giorni fa la scoperta fatta da Guido Cossard e Cristian Raugei di un masso che riporta alcune misteriosi incisioni. Si tratta, secondo le ricerche compiute, di una antica rappresentazione delle Pleiadi, un ammasso di stelle distante circa 400 anni luce dalla Terra. Guido Cossard spiega i dettagli della scoperta.

Dove si trova il masso in questione e come è fatto?
«Il masso si trova nei pressi di Chialamberto (Torino), in Piemonte, a circa 1220 metri sul livello del mare, in un boschetto. La sua posizione non è molto lontana dai percorsi solitamente battuti. La pietra, delle dimensioni di circa 150 cm di lunghezza, per oltre 60 di altezza, presenta sulla sua superficie numerose coppelle ed alcune canalette. Le coppelle presentano un diametro che va dai 6 centimetri a oltre un decimetro; le canalette, non molto profonde, ma ben lavorate e quindi estremamente leggibili, sono lunghe fino a una quindicina di centimetri».

Guido CossardQual è la caratteristica di questa pietra che la rende così importante?
«Il recente studio, che è stato effettuato da me e Cristian Raugei, mostra come la pietra riporti sulla sua superficie una serie di coppelle che rappresenta l'ammasso aperto delle Pleiadi. Il gruppo a sinistra della pietra è quello che riporta, con inconsueta precisione, le principali stelle delle Pleiadi. Il fatto che le canalette più importanti colleghino proprio le coppelle corrispondenti alle principali stelle delle Pleiadi sembra voler sottolineare l'intenzione consapevole di rappresentare l'importante asterisma. Questo particolare è fondamentale. Infatti le rappresentazioni di costellazioni attraverso coppelle sono sempre oggetto di grande dibattito. Le Pleiadi, poi, erano attentamente osservate nell'antichità anche in funzione calendariale».

Quali prospettive si aprono?
«Ulteriori ricerche in zona consentiranno di capire se il masso è unico o se vi sono altri elementi significativi che possano individuare orientamenti di tipo astronomico. Rimane inoltre da spiegare la presenza di altre coppelle che, pur essendo parte del disegno complessivo, non sembrano presentare un particolare significato astronomico».

Perché questa scoperta è così importante?
«La scoperta è molto importante, perché si aggiunge ad altre rappresentazioni su pietra delle Pleiadi, quali quelle del Rocceré (Cuneo), ove si trova anche una enorme e straordinaria rappresentazione della costellazione di Perseo, e quelle di Lillianes (Valle d'Aosta). Tutto questo sforzo, profuso in un periodo nel quale il lavoro di scavo sulla pietra era estremamente faticoso, e che quindi doveva essere fortemente motivato, fa pensare ad un diffuso e antichissimo culto delle Pleiadi nell'area alpina. La possibile presenza di lontanissimi culti stellari nell'area del nord-ovest è dunque di estrema importanza e apre nuove importanti prospettive».

 

 

 

Marco Camilli