Donna dell'Anno, Farcoz: dolore si è trasformato in virtù

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Presentate le tre finaliste dell'edizione 2018 del premio internazionale

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AOSTA. Si è tenuta ieri nella Sala Commissioni del Consiglio Valle, la conferenza stampa per la presentazione delle finaliste di quest'anno al Premio Internazionale "Donna dell'anno”. L'evento, arrivato alla sua ventesima edizione, nasce su iniziativa del Consiglio regionale della Valle d'Aosta per la promozione e tutela dei diritti fondamentali delle donne.

«Il premio - ha detto il presidente del consiglio Joel Farcoz - si riferisce al concetto di "No alla violenza" in qualsiasi forma di manifestazione e questa è la causa che ha mosso queste donne durante il loro percorso di vita. Le loro storie sono particolarmente toccanti. Hanno subito violenze, torture, schiavitù, ma non per questo si sono abbattute. Hanno voluto reagire e reagendo sono state d'esempio per tante donne che in questo momento le stanno seguendo e che grazie a loro stanno portando avanti un lavoro di volontariato con la volontà di uscire dall'abisso in cui erano entrate. Quindi il dolore non è stato fine a sé stesso, ma si è trasformato in virtù. Ed è una virtù che ci ha consentito di arrivare qui, in questo giorno, a premiarle», ha aggiunto Farcoz prima di introdurre le tre candidate finaliste.
Margarita Meira, argentina, è fondatrice dell'Associatiòn civil Madres de Constituciòn, un gruppo di madri costituitosi in uno dei quartieri di Buenos Aires per combattere la tratta delle donne in Argentina. Margarita ha vissuto in prima persona le conseguenze di questo crimine. A soli diciassette anni sua figlia è scomparsa, è stata torturata e drogata e poi indotta alla prostituzione fino ad essere ritrovata morta in un bordello del posto. Dopo aver sperimentato perfino il carcere, lei e suo marito, assieme ad altre 18 volontarie, ogni giorno sostengono altre giovani donne che, poco più che bambine, hanno conosciuto la violenza e che spesso non fanno ritorno a casa. Per questo impegno, le volontarie e le loro famiglie subiscono minacce e attentati alla loro sicurezza, continuamente. In un paese che non contempla leggi a difesa delle donne vittime di violenza.

Isoke Aikpitanyi, nigeriana, è presidente della "Associazione vittime della tratta". Riuscita a sfuggire alla prostituzione che, come molte sue conterranee, ha conosciuto in Italia sotto la falsa speranza di un futuro migliore, Isoke ha fondato ad Aosta la prima “Casa di Isoke” dove accoglie le vittime della tratta, spesso sue connazionali (oltre il 50% delle ragazze che ogni anno spariscono per essere immesse nella prostituzione proviene dalla Nigeria). Altre “Casa di Isoke” sono sorte in questi anni in Piemonte, Lombardia e Liguria. L'impegno di Isoke vuole essere a sostegno di ogni forma di sfruttamento femminile, da quello sessuale al mercato degli organi.

Waris Dirie, somala, è fondatrice della Desert Flower Foundetion ispirata all'omonima biografia “Fiore del deserto”. A soli cinque anni ha subito la violenza dell'infibulazione ed è questo il centro del suo operato nel mondo fino ad oggi. Dirie ha contribuito a molte vittorie dal punto di vista legislativo in Europa sulle mutilazioni femminile ed ha istituito centri di recupero delle vittime di tali pratiche. Dal 2014 la Desert Flower Foundation ha inaugurato in Sierra Leone la Desert Flower School e la Desert Flower Community: scuole, campagne e comunità a sostegno delle vittime, ma anche volte a prevenire e combattere le mutilazioni femminili.

In occasione della conferenza stampa di Aosta, a cui hanno partecipato anche altri componenti dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale, è stata presentata anche la vincitrice del riconoscimento Soroptimist international Club Valle d'Aosta, l'avvocato Rosa Pepe, che ha avuto modo di ringraziare la nostra regione per il riconoscimento all'impegno che da anni svolge al servizio delle donne.
Rosa Pepe è a capo dell'Associazione Artemide, ente che fornisce supporto psicologico e legale con sede a Poggiomarino (Na). Ha, inoltre, fatto nascere il progetto "Viva Bistrot", un luogo di incontro divenuto il primo simbolo della lotta che Rosa e le volontarie affrontano per il riscatto e il reinserimento delle vittime di violenza.

La premiazione del 20° Premio internazionale Donna dell'Anno si terrà nella serata di Mercoledì 14 Marzo a Saint Vincent, presso il Centro Congressi del Grand Hotel Billia.

 

Adriana Guzzi