25 Aprile, Fosson: educazione al rispetto per contrastare rischio revisionismo

25 Aprile

AOSTA. Si è svolta questa mattina ad Aosta la tradizionale cerimonia del 25 aprile, Festa della Liberazione d'Italia. Questa giornata, simbolo della resistenza all'occupazione nazi-fascista finita, è stata celebrata come di consueto in tre momenti: al cimitero del capoluogo, al giardino della Rimembranza di via Festaz e poi il piazza Chanoux con l'alzabandiera e i discorsi delle autorità.

Presenti sul palco di piazza Chanoux anche il presidente della Regione Antonio Fosson, il sindaco Fulvio Centoz, il senatore Alber Lanièce ed il presidente della dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia regionale della Lombardia.

Nel suo intervento, il presidente della Regione ha sottolineato l'importanza del non dimenticare. «La coscienza di questa immane tragedia e delle sue responsabilità, soprattutto tra le nuove generazioni, si sta pericolosamente offuscando. Parlare oggi di Festa della Liberazione dal nazifascismo e di Resistenza è spesso percepito come un argomento superato, anacronistico» ed anche «non più politicamente corretto». «I giovani sono i più esposti a pericolose teorie revisionistiche» ha aggiunto citando il grave episodio avvenuto in una scuola media di uno studente di fede ebraica bullizzato da alcuni compagni di classe.

Secondo il presidente della Regione è necessario l'insegnamento dell'educazione civica, del rispetto del prossimo e del valore della libertà da parte delle famiglie, della scuola e delle istituzioni. «Il 25 aprile credo debba d'ora in avanti assumere la connotazione di Festa della Memoria, della Libertà e della Pace».

«Non si può mettere in dubbio che la Resistenza, nonostante le connotazione di una guerra civile con i suoi tanti episodi equivoci e censurabili, fu un moto di un popolo esasperato dal giogo di una dittatura violenta».

Nel commemorare la figura dello scomparso Cesare Dujany, Fosson ha anche ricordato che «il giorno della liberazione fa parte di un processo storico che ha portato alla nascita della nostra identità con la promulgazione dello Statuto speciale nel 1948. Tocca a noi quindi tenere accesa la fiamma della nostra identità».

25 Aprile

 

 

 

 

Marco Camilli

 

 

 



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