Arpa: falda acquifera di Aosta presenta uno "stato chimico scarso"

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CAS

AOSTA. L'Arpa della Valle d'Aosta ha appena pubblicato il rapporto riferito all'anno 2019 sullo stato di salute delle acque sotterranee della Valle d'Aosta, frutto di dodici mesi di monitoraggio delle falde del fondovalle.

Nella piana di Aosta sono riscontrate la maggiori criticità legate alla presenza dell'acciaieria Cogne Acciai Speciali e della discarica di Brissogne. Nelle aree a valle dello stabilimento Cas e dell'area ex-Cogne è presente una contaminazione da CromoVI mentre nei dintorni della discarica sono presenti "concentrazioni eccedenti i valori limite di legge per diversi parametri su tutta l'area monitorata". La causa, si legge nel rapporto, è "la presenza di vecchi rifiuti smaltiti in quest'area in modo incontrollato sino a pochi decenni fa". Altra criticità è nella zona Autoporto di Pollein dove da diversi anni è aperto un procedimento per sito contaminato e dove ancora oggi sono ancora presenti concentrazioni superiori ai limiti pur se "progressivamente in diminuzione", evidenzia l'Arpa.

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Nel complesso, dice l'Arpa, "l'acquifero della piana di Aosta presenta uno stato chimico scarso dal momento che i punti in corrispondenza dei quali si osservano superamenti dei limiti normativi per il CromoVI, ubicati come detto all'interno delle aree industriali di Aosta ed a valle di queste ultime, sono superiori al 20% del totale". Il problema non riguarda la zona dei pozzi ad uso potabile situati nell'area urbana: qui "non sussistono particolari criticità", evidenzia l'Arpa, e la qualità delle acque è indicata come "soddisfacente".

Va meglio nelle altre zone monitorate della vallata centrale come Verrès, Morgex e Pont-Saint-Martin dove il rapporto Arpa indica uno "stato chimico buono", nonostante in una zona dell'ultimo comune sia presente una "contaminazione da CromoVI". Quanto alla falda della conca di Châtillon emerge una "marcata ma puntuale contaminazione da idrocarburi attualmente in fase di bonifica".

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Fino a qui lo stato qualitativo delle acque sotterranee. Nel rapporto 2019 l'Arpa ha inserito anche i risultati dei monitoraggi sullo stato "quantitativo" utile a scoprire eventuali abbassamenti anomali provocati da sfruttamenti eccessivi. Il bilancio è "buono", riferisce l'Arpa, visto che "sulle piane di Aosta, Verrès e Pont St. Martin le misure del livello freatimetrico non evidenziano in generale abbassamenti sul lungo periodo, ad indicare l’assenza di sovrasfruttamento e, di conseguenza, uno stato quantitativo buono della risorsa".

 

 

 

Elena Giovinazzo