Fase 2, raddoppiano i codici bianchi al pronto soccorso di Aosta: c'è rischio sovraccarico

Il rischio è di tornare alle cattive abitudini pre-pandemia e di utilizzare impropriamente la struttura dedicata alle emergenze

 

Pronto soccorso Aosta

 

AOSTA. Nella prima settimana della fase 2 sono raddoppiati i "codici bianchi" trattati dal pronto soccorso di Aosta. I dati riferiti dall'Azienda Usl indicano che su 391 persone che si sono rivolte alla struttura per le emergenze tra il 4 ed il 10 maggio, 238 erano "codice verde" e ben 108 "codice bianco" ad indicare che non avevano una situazione di vera urgenza. Nella settimana precedente i "codici bianchi" risultavano 54 (su 311 accessi).

Ad aumentare sono anche i pazienti per eventi traumatici (+ 112,96%), un evidente segnale della ripresa delle attività da parte della popolazione dopo settimane di confinamento tra le mura domestiche e che comporterà la riapertura del PS Traumatologico.

"La lettura di questi dati ci conferma quello che era naturale attendersi - dice Stefano Podio, direttore della Sc Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza ed Emergenza territoriale/C.O. 118-Pronto soccorso - ovvero che con la Fase 2 e con un maggior numero di persone al lavoro, per strada, in montagna, impegnate comunque fuori casa, non possono che aumentare gli infortuni e gli incidenti. Ma se questo è un dato tutto sommato intuibile e "normale", ci preoccupa molto di più il fatto che i cittadini possano tornare a rivolgersi al Pronto Soccorso in maniera impropria, come accadeva prima dell’inizio della pandemia. Questo spiega l’incremento soprattutto dei codici bianchi, che per convenzione indicano proprio i casi di minima o nulla competenza della struttura dell'emergenza".

Il direttore del pronto soccorso invita i valdostani a mantenere alta l'attenzione. "Se c’è una cosa che dovremmo avere imparato da questa situazione - dice -, è il saper utilizzare al meglio e con appropriatezza il Pronto Soccorso e le strutture collegate. Per questo motivo torno a raccomandare attenzione e responsabilità. Perché, purtroppo, la pandemia non è ancora terminata e il rischio di sovraccaricare le strutture ospedaliere è ancora molto elevato".

 

M.C.

 

 

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