13.000 firme contro la discarica di Chalamy depositate in Consiglio Valle

Assieme alla petizione, il Comitato La Valle prepara una azione giudiziaria contro il sito di conferimento dei rifiuti

 

Discarica di ChalamyISSOGNE. Le firme di 13.000 cittadini contrari alla discarica di Chalamy sono state depositate oggi in Consiglio Valle. La petizione è del Comitato "La Valle non è una discarica" che intende così "ribadire a tutti i governi regionali (passati, presenti e futuri) quale sia il pensiero dei cittadini valdostani in materia di tutela di salute e ambiente".

Il Comitato annuncia una azione giudiziaria "volta a chiudere definitivamente l'impianto in oggetto" per controbattere all'impugnativa dello Stato delle leggi regionali che, con l'obiettivo di disincentivare l'importazione di rifiuti da altre regioni, aumentano le tariffe di conferimento e vietano in sostanza la gestione delle tipologie di rifiuti speciali non pericolosi. 

"Abbiamo inviato una lettera sia al Ministro degli affari regionali, On. Boccia, sia al Ministro dell’ambiente On. Costa, nella quale mettiamo in luce le peculiarità del territorio in cui si trova la discarica di Chalamy", spiega il Comitato. "Riteniamo inconcepibile colmare di rifiuti una voragine che si trova stretta da un lato dal torrente, da cui dista meno di 200m e dall’altro dalla Dora, distante 700m. Il fondo alveo del primo ha quota superiore di 50m rispetto a quello della discarica. Il dislivello con il fondo della Dora è superiore di soli 2m. Ripeteremo all’infinito che ci troviamo in una zona vincolata idrogeologicamente nel modo più severo previsto dalle leggi vigenti". Anche per questo "ci pare inverosimile - prosegue ancora il Comitato - che possa essere stata concessionata senza una modellazione del flusso delle acque sotterranee e senza uno studio idrologico ed idraulico del bacino del torrente Chalamy che tenga conto anche dei rischi di potenziali colate detritiche".

Su quest'ultimo aspetto si concentra l'attenzione del comitato e la convinzione che sia "doveroso avviare un’azione giudiziaria al fine chiarire se la procedura si è svolta nel rispetto delle leggi e se siano stati acquisiti tutti gli elementi tecnici indispensabili al rilascio della concessione".

Per sostenere i costi dell'azione giudiziaria "La Valle non è una discarica" sta organizzando una campagna di raccolta fondi.

 

 

E.G.

 

 

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