Elezioni comunali, quando una manciata di voti fa la differenza

 

Ad Antey due liste e 1 solo voto di differenza - Situazioni simili a Bard, Verrès e La Thuile

AOSTA. Ad ogni tornata elettorale, come è normale che sia, i vincitori esultano e i perdenti fanno i conti con l'amarezza. Amarezza che è ancora più grande quando l'esito dell'elezione cambia per un pugno di voti.

Nei comuni più piccoli una manciata di voti in più o in meno significa far parte della maggioranza o schierarsi all'opposizione. L'esempio più calzante in queste comunali è quello di Antey-Saint-André. I votanti, tolte le 16 schede bianche o nulle, si sono equamente divisi tra la lista "Noi per Antey" e "Rinnovare Antey? Pourquoi pas" e il risultato è stato di 202 voti per la prima e 201 per la seconda. Se il risultato da ufficioso diventerà ufficiale, la prima lista porterà in Consiglio comunale sette rappresentanti e sceglierà sindaco e vice sindaco mentre la seconda si dovrà accontentare di quattro consiglieri.

Simile la situazione a La Thuile dove il sindaco uscente Carlo Orlandi non sarà riconfermato. Infatti la sua lista ha ottenuto 236 voti, cinque in meno rispetto agli sfidanti guidti da Mathieu Ferraris.

A Bard i voti di differenza sono quattro tra la lista Continuità e giovani idee e Bard bene comune: alla prima ne sono stati assegnati 47 e alla seconda 43.

Infine Alessandro Giovenzi è il sindaco di Verrès grazie ad uno scarto di appena dieci voti - 721 contro 711 - sulla lista che candidava Sabina Thoux.

 

C.R.

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